Sono arrivato a Bigene con il container. Il viaggio è andato bene fino all’ultimo chilometro: il camion con il container è riuscito a superare tutti gli ostacoli, incluse alcune buche con tantissimo fango. Poi, sulla discesa dell’ultimo villaggio, il percorso accidentato ha creato un movimento scomposto che ha rotto i ganci che bloccavano il container al camion. Il container fuoriusciva di una ventina di centimetri dal camion, che si era bloccato in pendenza e in discesa. Il conduttore non voleva proseguire: aveva troppa paura. Figuratevi io… La soluzione poteva essere quella di svuotare il container in mezzo al bosco, e poi spostare il container con la piccola gru del camion. Ma non poteva essere una soluzione: sotto l’acqua, avrei perso tutti i quaderni per i bambini, e rovinato tutto il resto. E come recuperavo, poi, il materiale e il container stesso???
Ho fatto finta di essere un esperto camionista spiegando al conduttore che si doveva “imbragare” il container al camion, e procedere molto lentamente. Mi ha creduto! Signore perdonami…. mi devo pure confessare mò! Ho chiamato i ragazzi del villaggio che mi hanno dato una mano a spalare la terra e il fango e a legare il container al camion. Poi, piano piano, siamo ripartiti. Avevo il cuore in gola e gli occhi fissi sullo specchietto retrovisore: l’imbragatura teneva!
Arrivati a Bigene, abbiamo attraversato il paese molto lentamente: avevo il terrore che un piccolo sobbalzo potesse provocare un disastro, con le tante persone che vivono normalmente sulla strada. Sembrava una processione da funerale: io davanti, che non avevo certo una faccia sorridente, e tutta la gente che guardava seriamente il container legato al camion. È vero che qui se ne vedono di tutti i colori… ma questa, era una strana novità.
Quando siamo entrati nel terreno della missione, mi veniva da scoppiare a piangere per la contentezza. Il pensiero che tanto lavoro, compiuto da tanti amici, potesse andare tutto disperso in un attimo, mi aveva creato una tale preoccupazione che mi sentivo di esplodere. Non sono esploso io (che diamine! sono un missionario: devo contenermi!!!) ma è esploso l’autista del camion: è sceso dal posto di guida che mi voleva abbracciare (proprio a me, che sono “allergico” a queste cose!) dicendomi: “Dio ti ha illuminato, Dio ti ha illuminato!”. Se sapesse la verità…. Però mi ha lasciato un dubbio: vuoi vedere che il buon Dio sa usare anche gli asini come me???