La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati

La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati
Il territorio della missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati, a nord della Guinea-Bissau e confinante con il Senegal.

15 agosto 2012

Capitolo 18: Ho visto un angelo



Riprendo il mio diario. Sono in forte ritardo: scrivere ad agosto un diario che racconta il Natale dello scorso anno è quasi imperdonabile. Ma i miei giorni sono sempre più riempiti dalla missione che vivo, e mi rimane poco tempo per scrivere. E poi, questa storia dell’angelo che ho incontrato è troppo bella per non condividerla con voi. Buona lettura!


16 ottobre 2011
Giornata piena di luce fuori e dentro: molti amici in chiesa per chiedere la pioggia.... Penso ai fatti di ieri a Roma (dove tutti, compresi “indignati” e “facce nere”, hanno i soldi per fare quello che vogliono) e penso alla mia gente che tra qualche mese sarà senza riso. I poveri mi appartengono. Chi aiuta nella realtà dei fatti i miei poveri è un mio vero amico. Chi grida in piazza o usa violenza, di qualsiasi tipo, non mi dice niente.
Ore 22.00: sta piovendo forte! GRAZIE, SIGNORE!!! Dopo la preghiera fatta oggi in chiesa, con i miei fedeli, ci stai benedicendo! Ma, ti prego, mandane tanta tanta: le risaie si stanno seccando. Mandane tanta, ti prego.

17 ottobre 2011
Quattro giovani di Bigene (17-21 anni) mi chiedono di diventare cristiani, desiderano iniziare la catechesi. Io non avevo dato nessun avviso, non avevo programmato alcun inizio di nuove catechesi. Sono venuti da soli, a chiedere. Queste sono gioie profonde per un missionario, e le condivido con voi. La pioggia della scorsa notte è stata una benedizione di Dio. La domanda di questi giovani è ancora benedizione di Dio, su tutta la loro vita.

18 ottobre 2011
Che gioia passare due notti con i temporali africani, e l'acqua che riempie le risaie... e scoprire che il fulmine dell'ultimo temporale ha messo fuori uso la pompa dell'acqua: siamo senza acqua in casa, nella scuola, al centro nutrizionale, alla chiesa, e per le persone che venivano a prenderla. E il tecnico di Bissau dice che non ha la macchina per venire a riparare.....

19 ottobre 2011
Cosa è accaduto dopo che il fulmine ha messo fuori uso la pompa dell’acqua?
Mettendo assieme le mie numerose esperienze di scaccia-malocchio (vissute nel nord e sud Italia, ed ora in Guinea-Bissau: mi sono specializzato anche contro i fulmini e derivati!), ho potuto fare il mio rito propiziatorio contro le forze energetiche che bloccavano tutta la condotta di acqua della missione. Terminato il mio rito propiziatorio, è tornata l’acqua per tutti!
(Per i curiosi: il fulmine aveva fatto saltare un pulsante di sicurezza del generatore…. bastava osservarlo: era lì sotto, dove non guarda nessuno…).

21 ottobre 2011
Grazie agli amici che hanno collaborato alla realizzazione della Veglia Missionaria a Foggia! E grazie a tutti coloro che, con la loro presenza, hanno dimostrato che l'amore per la missione è vivo!

23 ottobre 2011
Oggi si celebra la Giornata Missionaria Mondiale, il tema è “Testimoni di Dio”.
“Vogliamo ricordare tutti coloro che, "morendo a se stessi", hanno abbandonato la propria terra, i propri affetti e le proprie comodità per stare al fianco dei più poveri e annunciare il Vangelo attraverso la testimonianza della loro vita! Non possiamo però dimenticare quanti, radicati alla propria terra, lottano ogni giorno per portare il Vangelo a chi non lo ha realmente conosciuto o a chi lo ha dimenticato”.
A tutti auguro di "Aprire le porte a Cristo", per poter continuare a riempire le pagine del Vangelo con la testimonianza della propria vita! Buona Giornata Missionaria e buona missione a tutti!

26 ottobre 2011
A Foggia prende il via il “1° Torneo di calcio a 6” a scopo benefico: “In goal per la Guinea Bissau”. Gli “Amici di Bissau” hanno simpatiche intuizioni e piedi buoni…

27 ottobre 2011
Impressionato! Mai visto tanti Africani piangere come oggi, al primo funerale cristiano che ho celebrato in chiesa (in 3 anni). In chiesa si sono comportati benissimo. Poi, quando ho concluso la preghiera, prima di deporre il defunto nella terra, vicino a casa sua, i figli sono tutti scoppiati a piangere. Mai visto un Africano piangere in questo modo. I musulmani, e anche chi segue le religioni tradizionali, non possono manifestare sentimenti di dolore. I cristiani sì. Mi vien da pensare che sono più liberi, sono più umani! Alphonse ha tanti figli cristiani. E anche lui, al termine della sua vita, ha ricevuto i sacramenti della fede in Cristo. Ha un numero imprecisato di figli: molti tra di loro si sono conosciuti solo oggi. Tra i 40 e i 50 figli. Figli delle sue dieci mogli. Ma Alphonse desiderava Cristo, e Cristo è riuscito ad incontrare al termine di una vita “intensamente vissuta”. Quando ha visto che la sua malattia non gli lasciava scampo, è ritornato al suo paese di origine, in Senegal; ha ricevuto il battesimo e celebrato il matrimonio cristiano con la sua prima moglie, e poi è ritornato a Bigene per morire in pace.
Era l’unica possibilità che aveva per ricevere il battesimo: prima di morire.
Mi vien da pensare che il Signore lo ha premiato. Mi vien da pensare anche quale grande responsabilità abbiamo noi, nel vivere bene il nostro battesimo.

28 ottobre 2011
Tre capivillaggio sono venuti a farmi visita, per informarmi di una difficoltà (leggera) che vivono con un altro capovillaggio. Hanno voluto spiegarmi tutto, prima di riunire in dialogo la persona che ha commesso una dimenticanza. E mi invitano ad essere presente al loro incontro. Non dico chi sono, ma vi posso dire che in questi quattro villaggi non vi è la catechesi, ed uno di loro è musulmano! Ammiro queste persone che affrontano i loro problemi cercando il dialogo. Mi sembra strano il loro desiderio di coinvolgermi nella soluzione della loro difficoltà, ma penso anche che sia un segno positivo della mia presenza a Bigene.

4 novembre 2011
Riprendo le evangelizzazioni nei villaggi, dopo le (scarse) grandi piogge: mi mancava questo lavoro tipico del missionario! Bella novità: a Liman vogliono costruire la chiesa del villaggio. Questo è un villaggio tra i più poveri di Bigene, ma hanno deciso!!!! Cercasi piccolo sostenitore (qualche centinaio di euri...) per comprare le lamiere per il tetto, le finestre e la porta. Per tutto il resto, pensano loro.
L’aiuto economico poi arriverà, e sarà particolarmente significativo. Sono i ragazzi del Seminario Diocesano di Foggia (assieme ai loro educatori e agli alunni della scuola) che risponderanno a questa mia domanda. Sono particolarmente felice che questa chiesetta sia realizzata con il loro sostegno, mi sembra un bel segno di comunione.

5 novembre 2011
Prima evangelizzazione a Saiam Balanta, il villaggio che ho conosciuto solo nell’agosto scorso, assieme a don Marco, Sergio e Francesco. Mi aspettavano tutti.... Che vi posso dire? Questi sono i giorni più belli che il Signore dona a noi sacerdoti, a noi missionari! Annunciare Cristo Salvatore è la gioia più grande.... non esiste niente di più vero, di più nobile, di più liberante per l'essere umano. E trovarmi dentro la vita di un centinaio di persone che vogliono conoscere Cristo, è il Regno di Dio presente adesso.
Grazie a tutti gli amici che, in tanti modi, mi sostengono. Questa gioia deve essere anche vostra!

9 novembre 2011
È iniziata la prima settimana di evangelizzazione piena in tutta la missione di Bigene. Questa mattina ho accompagnato suor Merione a Masaso (dove si riuniscono per l’evangelizzazione ben quattro villaggi), poi sono andato a Ponta Nobo. Terminata la mia catechesi sono tornato a Masaso a riprendere suor Merione e siamo rientrati a Bigene (46 chilometri delle mie strade....). Nel pomeriggio suor Merione e suor Rosa sono a Bambea per l’evangelizzazione di due gruppi (i catecumeni che sono prossimi al battesimo e i pre-catecumeni) e questa sera termino con i catecumeni di Bigene.

Le buone notizie continuano: l'energia elettrica, prodotta dai pannelli solari di "casa foggia", è arrivata alla casa dei volontari. E funziona!!!!

10 novembre 2011
Secondo giorno pieno di evangelizzazione. Al mattino, con suor Merione, fino a Facam; nel pomeriggio a Farea. 49 chilometri in tutto. Gioie e sofferenze: non mi recavo in questi due villaggi da fine giugno (salvo veloci visite): ho incontrato nuovi ammalati gravi. E ho visto le risaie che stanno seccando per la scarsità delle piogge estive.
Questa gente rimarrà senza riso tra poco tempo. Sarà dura, molto dura. Aumenteranno i bambini denutriti...

11 novembre 2011
Altra giornata piena di evangelizzazione. Al mattino sono stato a Liman e Baro. Suor Merione è andata a Suar. Nel pomeriggio suor Rosa a Jamban ed io con suor Merione a Bucaur. 46 chilometri anche oggi. A Baro stiamo scegliendo il luogo dove costruire la chiesa della vivace comunità cristiana. Domani niente evangelizzazione: andiamo a Bissau per l’ordinazione episcopale del nuovo Vescovo ausiliare di Bissau: don José Lampra Cà. Partenza alle ore 4.00, in 50 rappresentanti di tutta Bigene. In camion: che Dio ci protegga!

16 novembre 2011
Una giornata terribile: un bambino e due giovani morti. Per malattia. Quale? Se ci fosse stata la possibilità di effettuare un minimo di analisi.... ma a Bigene non esiste niente.
Dona pace, o Signore, a questi tre fratelli. Conforta le loro mamme e i loro papà, i loro villaggi.

17 novembre 2011
Giornata di grande luce! Evangelizzazione a Talicò: 25 persone nuove vengono per la prima volta, per iniziare il percorso della fede cristiana cattolica. Quasi tutti giovani. Il capovillaggio, uomo-grande e saggio, li guardava ad uno ad uno, i suoi occhi erano lucidi di gioia e di soddisfazione nel vedere i suoi giovani iniziare l’evangelizzazione. Abbiamo solo un problemino: la chiesetta di Talicò è da rifare!
È troppo piccola per contenere tutti i cristiani del villaggio....

19 novembre 2011
Benedetto XVI, benvenuto in Africa!!! Le nostre giovani Chiese aspettano con filiale attenzione le parole dell'uomo-grande di tutta la Chiesa Cattolica.

22 novembre 2011
I media italiani hanno snobbato la visita del Papa (i tg Mediaset, La7 e il tg3 non avevano propri inviati, la Repubblica e il Corriere hanno pubblicato qualche trafiletto). Troppo presi a raccontare il grande dramma della scelta dei sottosegretari nel governo Monti... Eppure c’è un intero continente, molto più grande di tutta l’Europa, che segue con attenzione la visita del Papa nella sua terra africana.

23 novembre 2011
Altro giorno di dolore. Arrivo al villaggio di Ponta Nobo (22 km da Bigene) per l’evangelizzazione. Nessuno mi aspetta. Nessun bambino che canta. Durante la notte è morto un bambino di sei anni. Ieri pomeriggio era iniziata la febbre alta. Invece di portarlo all'infermeria di Baro, lo hanno fatto visitare da un “curandero” (personaggio della cultura locale che segue la medicina tradizionale, mischiando spesso tante cose inutili a superstiziosi riti magici). Tutto inutile, ovviamente.
Chiedo di fare la preghiera vicino alla casa del bambino. Gli anziani del villaggio me lo concedono: il piccolo frequentava le mie catechesi (sono le prime nel villaggio) e conosceva bene il Segno della Croce. Mi porto appresso tutti i bambini del villaggio: era un loro compagno (i bambini di questa Terra sono sempre allontanati dai riti funebri).
Quando il giovane papà vede le decine di bambini accanto alla sua casa, non riesce a trattenere grosse lacrime che gli bagnano il viso. Con tutti i bambini facciamo il Segno della Croce e chiediamo al Padre del Cielo di accogliere il loro piccolo amico. Il dolore ci unisce tutti: un piccolo passo oltre la catechesi, per entrare nella realtà della vita di queste persone.
Un passo duro, che non vorrei mai ripetere.

24 novembre 2011
Continua il "miracolo" nella evangelizzazione a Talicò: oggi 18 nuovi giovani hanno iniziato la catechesi (dopo i 25 della scorsa settimana). Nella piccola chiesetta non c'è più posto, alcuni hanno seguito le mie parole dalla finestra. Non riesco a comprendere bene cosa accade in questo villaggio: sarà che per caso è passato qualcuno a dire che arriva la fine del mondo???

26 novembre 2011
Sono molto preoccupato per un bambino che mi è particolarmente caro: il piccolo Luigi, che è entrato nello stato di malnutrizione. Ho accompagnato suor Beena e Joaquim a controllare il bambino nel suo villaggio, Liman. Ha quasi due anni, ma il suo corpo è rimasto piccolo, debole, con i piedi gonfi e le spalle scheletriche. Ha rifiutato il cibo dopo il latte, e la sua mamma è non-udente. Faremo tutto il possibile per riportarlo in piena salute, e ci riusciremo. Ma sono molto preoccupato. Mi sono accorto del suo stato dopo la catechesi, appoggiandogli la mano sulla schiena: sentivo solo ossa…

28 novembre 2011
Bella domanda, posta da uno dei miei giovani durante la catechesi di ieri sera: "Un profeta può fare la guerra?".
I miei giovani cristiani, che sono all'inizio del cammino di fede (ma proprio all'inizio!), sono a contatto continuo con "il profeta" (la maggioranza degli abitanti segue quella religione, ed è inevitabile un confronto, normale e tranquillo), e trovo che sia un bene porsi delle domande vere. I profeti di cui sentono parlare in chiesa, come ieri, I domenica di Avvento, di solito hanno messaggi di pace, e se parlano di guerra, invitano alla guerra contro l'idolatria e contro il peccato. Ma non è facile rispondere: anche noi, per altre religioni, siamo in idolatria.
Ho tentato di rispondere in questo modo: un profeta è “uomo intero” di Dio. Uomo intero, in questa cultura, indica una pienezza di vita, da raggiungere. Il profeta vive di Dio e trasmette Dio al suo popolo. Se vive con Dio, e Dio è amore, il profeta trasmette solo amore, non può trasmettere la guerra.
Ora, noi cristiani sappiamo con certezza che l'ultimo profeta è stato Giovanni Battista. Dopo di lui non è stato più necessario alcun profeta, perché abbiamo Gesù Cristo, che non è un semplice profeta, ma è Dio, è il Natale per noi.
Sappiamo che i nostri amici e vicini parlano di un altro profeta, che è il più grande profeta (per loro). Ma noi cristiani, che poniamo la nostra fede in Cristo, non abbiamo bisogno di altri profeti. Qui viene il difficile! Ho spiegato che io sono amico e che ricevo amicizia dai musulmani di Bigene, ma dobbiamo anche capirci bene. Io sto parlando in chiesa a giovani che chiedono di capire la fede cristiana. Dobbiamo rispettare chi è diverso da noi, ma anche chiedere rispetto. Sempre. Sudavo mentre dicevo questo..... alcuni di loro sono figli di musulmani! Devo dire che sono stati felici della mia risposta (che devo completare) e che li vedo sempre più desiderosi di vivere quello che hanno iniziato. Ma non è così semplice..... Per me è un’esperienza totalmente nuova: annunciare Cristo a persone che vivono in mezzo ad altre religioni (musulmana e tradizionale) mi chiede di essere ben attento a misurare tutte le parole. Vieni Spirito Santo!

29 novembre 2011
Il piccolo Luigi è accompagnato al Centro Nutrizionale di Bigene. La mamma, ma anche la nonna e la zia, e il capovillaggio di Liman che le guida, sono venuti assieme per aiutare il bambino. Questa è opera di evangelizzazione! La condivisione delle gioie e delle sofferenze: il villaggio si è fatto carico del piccolo Luigi, imparando dal Vangelo di Cristo. Cari amici: questo non succede dove non arriva l'amore di Cristo... quando mai un capovillaggio ha accompagnato un bambino al Centro Nutrizionale? Questa preoccupazione di più persone per un piccolo bambino è un segnale chiaro di come la fede in Cristo muove le persone! Potessimo arrivare in tutti i villaggi per evangelizzare e salvare i bambini denutriti!
La situazione di Luigi non è grave: la denutrizione c'è, ma in un mese, ha assicurato Joaquim, il bambino potrà recuperare bene. Vitamine, latte con proteine, olio, riso, zucchero per alimentare il piccolo sono stati consegnati alla mamma. Tra due settimane è necessario che torni.
Intanto è stato fatto il controllo della sieropositività: è negativo. Tra due settimane faremo il controllo per la malaria (prima si deve alimentare normalmente, altrimenti si farebbe confusione!).

30 novembre 2011
Pentecoste continua a Bigene: anche il villaggio di Sidif Balanta, a 19 km da Bigene, desidera iniziare l’evangelizzazione. Come farò, non lo so. Grazie a Dio, Bigene ha "solo" 58 villaggi...
Continuo a chiedermi che cosa stia succedendo, sembra un’epidemia! Se continua così, a Bigene i cristiani diventeranno più numerosi dei musulmani!

1 dicembre 2011
Continua il "miracolo" nell’evangelizzazione a Talicò: oggi 13 nuovi giovani hanno iniziato la catechesi (le scorse settimane hanno iniziato altri 43). Gli uomini-grandi hanno deciso di costruire una nuova chiesa, più capiente, per contenere tutti i presenti, arrivati ormai ad un centinaio di persone! La missione aiuterà con la copertura di zinco e il cemento necessari; loro faranno i blocchi di argilla per alzare i muri.
Rimane per me un mistero: ciò che sta accadendo in questo villaggio ha qualcosa di entusiasmante e incomprensibile. Lo Spirito soffia così forte da queste parti?

8 dicembre 2011
Una grande benedizione del Signore è arrivata a Bigene. La dottoressa chirurga Giuseppina Torcaso. Pina visita con amore ed esperienza tantissime persone: la voce si sparge velocemente. Ore e ore di visite a tanti ammalati che non avevano mai visto un dottore! Nei villaggi dove accompagno Pina, tutti gli anziani si avvicinano, aspettando per ore di essere visitati. Per tanti tipi di malattie, come le cataratte agli occhi, non è possibile far niente. Molte donne hanno dolori muscolari, causati sicuramente dal duro lavoro nelle risaie o nei boschi. I bambini sono controllati con particolare attenzione da Pina: meritano uno sguardo più approfondito. Pina è attrezzatissima: in una valigia ha tutte le medicine (portate dall’Italia) e in altri borsoni ha gli strumenti per “guardare” le varie parti del corpo umano, misurare pressione, temperatura, battiti vari… Le bastano pochi secondi, poche domande precise, e rapidamente intuisce qual è il problema sanitario da affrontare: l’esperienza fatta nel dirigere un reparto come un “Pronto Soccorso” si vede tutta! Se vi interessa sapere, Pina viene da Padova! Coincidenze…
La mano fasciata mi mancava tra le nuove esperienze africane... Non sapevo che le api, da queste parti, sono imparentate con i cobra..... hanno veleno da vendere! Ma devo dire che sono anche fortunato: proprio adesso, ho “tra le mani” un dottore come Pina.

16 dicembre 2011
Visito il mio piccolo Luigi: si sta riprendendo dallo stato di denutrizione. Il bambino sta regolarmente assumendo le vitamine e il cibo adatto al suo recupero. Deve continuare così, e potrà superare le sue difficoltà di nutrizione. Certo, rimane in una situazione difficile: la povertà della sua vita e del suo villaggio è fin troppo evidente...

Lo so già che non ci crederete, che mi prenderete in giro, che vi sembrerò all'inizio di un esaurimento e chissà che cos’altro. Vi posso assicurare che non ho i meriti per quello che mi è accaduto. Siete liberi di pensare quello che volete. Ma io, ieri, ho visto un angelo!
Io, l'angelo, l'ho proprio visto! Non l'ho fotografato, ci ho parlato, e mi ha anche lasciato un dono che conservo con molta cura in casa mia, a Bigene.
L'angelo che ho incontrato è nero, piccolo, e bellissimo. Se avete pazienza, un poco alla volta, cercherò di spiegarvi. Con calma. Non è che vedo angeli tutti i giorni.....
Uscito dal villaggio di Farea, dopo la catechesi, in macchina, mi sento chiamare con chiarezza: "Padre Ivo, Padre Ivo!".
Mi fermo con la macchina chiedendomi: “Chi mi chiama per nome?”. Mi giro verso sinistra, e lo vedo distintamente, che viene verso di me. Anzi: corre ! Ha una cosa in mano, la tiene ben salda, anche se non capisco subito che cosa sia: mi sembra una piccola palla verde. Si avvicina al finestrino della macchina, distende le manine verso di me e mi dice, in perfetto criolo: "I pa bo" (questo è per te).
Io gli chiedo: "Pabia di ke?" (perché? perché mi fai questo dono?), e lui mi ripete, sempre in perfetto criolo: "È per te, è per te!!!", e allora prendo il suo dono tra le mie mani, lo guardo, e nel momento in cui mi voglio girare con la testa per ringraziare del bellissimo dono, non lo vedo più. Sparito!
Proseguo il mio cammino verso Bigene.
Sembrerebbe tutto normale, fin qua, vero? Anch'io pensavo così, all'inizio.....
Poi, riflettendo su questo incontro, mi accorgo che non è un incontro “normale”. Un poco alla volta, affiorano nella mia mente alcune precise considerazioni, che mi riempiono di curiosità, di stupore, di mistero…

‎1. I bambini di Farea, come tutti i bambini dei villaggi, non conoscono il mio nome. Quando si rivolgono a me, mi chiamano "Alele...." (la famosa canzone che ho insegnato loro, e che centinaia di volte al giorno mi risento nelle orecchie, basta che io esca di casa....). Con "Padre Ivo" mi sento chiamare solo da alcuni adulti. Spesso mi chiamano solo Ivo. Sentirmi chiamare "Padre Ivo" da un bambino di Farea è quasi impossibile!
‎2. I bambini di Farea non parlano in criolo, ma in balanta-mané. È impossibile che un piccolo bambino (7-8 anni, così mi è sembrato) si possa esprimere in criolo. Non lo conoscono; nel villaggio parlano tutti la lingua della loro etnia. Anche alla catechesi, ho sempre bisogno dell'interprete che traduca dal criolo al balanta-mané. Come fa quel bambino a parlare in criolo? Certo, se avesse parlato in balanta-mané, non avrei capito niente....
‎3. Il bambino era da solo, in mezzo al bosco, senza altri bambini. Non accade mai.... anche quando i bambini vanno a pascolare (si chiamano i "bakiadur") vanno sempre in gruppo. Non esiste che un bambino sia da solo fuori dal villaggio, non è possibile. I suoi genitori, e tutto il villaggio, non lo permetterebbero.
‎4. A Farea la scuola del villaggio (sostenuta dalla missione) funziona molto bene. Nel momento in cui è avvenuto questo incontro, la scuola era aperta e funzionante. Un bambino fuori dalla scuola in orario di lezioni? Molto strano.
‎5. Sono tre anni che vado a Farea, anche due volte alla settimana (catechesi e S. Messa). Oramai i bambini del villaggio li conosco tutti. Quel bambino non l'ho mai visto, eppure mi conosceva bene, per nome.
6. Il pompelmo è uno dei miei frutti preferiti: ciò che all’inizio mi sembrava una palla verde, quando è arrivato nelle mie mani si è dimostrato un bellissimo pompelmo. Voi non potete immaginare quanto siano buoni i pompelmi di Bigene: sono dolci, profumati, grandi. Un vero dono della natura. E questo è il primo pompelmo maturo della stagione che arriva nelle mie mani. Dovrebbero maturare tra alcune settimane, in gennaio. Invece mi trovo tra le mani uno dei miei frutti preferiti. Nessuno sapeva di questa mia preferenza.
7. Ma il punto che più di altri mi fa pensare è quest’ultimo: con la fame che c’è qui in giro, un bambino che trova un frutto se lo mangia subito, senza pensarci due volte! Avviene sempre così. Nessuno di loro mi ha mai regalato un frutto, ma non perché non mi vogliono bene, anzi! perché hanno così tanta fame che se lo mangiano loro. È normale che sia così. Non è normale che un bambino rinunci a mangiare un frutto che ha tra le sue mani per regalarlo a un suo amico. Se fossimo in piena maturazione dei mango, a giugno, quando gli alberi ne donano a centinaia per tutti, potrebbe anche accadere. Ma a dicembre, quando nessun frutto è ancora maturo, che un bambino ne regali uno, è una cosa che potremmo definire con il famoso “mai sentito dire!”.

Cari amici: adesso, cosa ne pensate? Io penso di aver visto un angelo! Un bel piccolo angelo nero, sorridente e generoso, che mi ha offerto un piccolo e significativo dono, e poi è sparito. Se è così, lo capirò nei prossimi giorni. Ma intanto lasciatemi con questa bella sensazione. Mi fa bene anche questo.

19 dicembre 2011
Inizio i lavori dentro la nuova casa per i volontari. Oggi ho montato due specchi da bagno, due luci sopra gli specchi, due luci a parete nelle camere, una luce a soffitto nel corridoio. Da solo. Ditemi che sono bravino! Certo, se fosse qui la “squadra” di Marco Camilletti, sarebbe tutto più veloce....

20 dicembre 2011
Secondo giorno per arredare la casa dei volontari, in attesa degli ospiti di gennaio: oggi ho messo le luci a soffitto, le quattro della sala e altre quattro nei bagni delle camere. E funzionano!

24 dicembre 2011, Santa Notte di Natale
Come mi posso spiegare? Il clima di comunione tra tutti noi è cresciuto ad ogni momento della celebrazione, la gioia è aumentata nei cuori e nei volti, e l'ultimo canto ci ha trascinati in espressioni che non siamo riusciti a contenere. Non era più possibile non ballare! E così, quando ha dato inizio la prima giovane, tutti sono scoppiati in una danza di gioia incontenibile. Vi assicuro che vedere i miei fedeli uscire dalla chiesa, dopo la S. Messa della Notte Santa, cantando e ballando, mi porta a dire: questo Natale è uno dei più belli della mia vita. "La ki padidu no Salbadur!" (È là che è nato il nostro Salvatore!). Abbiamo cantato, abbiamo ballato, abbiamo detto al mondo intero, anche a te che stai leggendo: “Là, a Betlemme, è nato il nostro Salvatore!”. Buon Natale!

1 gennaio 2012
Oggi sono stato a celebrare la S. Messa nel villaggio di Farea. Vi dice niente? è il villaggio del mio angelo! Immaginatevi la mia curiosità ritornando in questo luogo. Prima di iniziare la celebrazione guardavo bene in faccia ogni bambino, poi guardavo quanto era alto, e poi gli chiedevo quale fosse il mio nome.....
Ma nessuno rispondeva: questi bambini non parlano in criolo!
Durante l’omelia mi sono rivolto alle mamme: non vi dico la confusione che si è creata! Qui ho sbagliato io, non dovevo raccontare la storia del mio angelo durante l’omelia. Ma spero di essere compreso e perdonato: non mi capita così spesso di incontrare angeli che mi chiamino per nome e mi lascino dei doni profumati!
Non bastava la confusione creata da me e dalle mamme dei bambini: hanno cominciato a intervenire anche le nonne! Insomma: tutte le mamme dicevano che se quel bambino è un angelo, doveva essere il loro figlio! Sono stato assalito dalle domande: quanto era alto, come era vestito, quanti denti aveva in bocca...... Figuratevi se io mi ricordo dei denti in bocca, mi hanno scambiato per un dentista?
Gli uomini, invece, seguivano divertiti la confusione che avevo procurato raccontando la mia storia. Loro non parlavano (almeno in questa occasione!), ma ascoltavano ridendo.
Ho tentato di riportare la calma: ero all'inizio dell'omelia, ma nessuno più mi ascoltava, era diventata una confusione incredibile, parlavano tutte, molto animatamente, in balanta-mané, e io non capivo nulla! Ad un certo punto mi è venuta un’illuminazione; sapete cosa ho detto per riportare la calma? Siccome tutte le mamme, sostenute dalle nonne, affermavano con assoluta sicurezza che quel bambino angelico doveva essere uno dei loro figli (ne hanno tutte 5-8-10...), allora ho detto a voce alta: “Se continuate a parlare così, penso che quel bambino non era un angelo, ma un diavoletto che vi fa distrarre!”.
Non potete immaginare cos’è accaduto: tutte le donne hanno improvvisamente fatto silenzio. Bocca chiusa! E io ho continuato la mia omelia, convinto che è impossibile ritrovare quel bambino: se è un angelo.....
Mi sembra quasi un altro segno del mio angelo: le donne con la bocca chiusa! E anche gli uomini!
Quando la celebrazione è arrivata all'offertorio, come di consueto, mi aspettavo che iniziassero il loro canto liturgico. Ma nessuno cantava! Ho fatto segno al catechista di iniziare il canto, ma niente! Non aveva il coraggio di aprire bocca!
Allora mi è venuta un'altra illuminazione, e ho affermato: “Se non cantate, vuol dire che il diavoletto è in mezzo a voi, altro che angeli!”. A quel punto, dopo le mie parole, è partito un canto polifonico che neanche a S. Pietro lo potete sentire! Cantavano tutte e tutti, anche i bambini. Ho pensato: il Paradiso deve essere pieno di Africani.
Il mio angelo non l'ho rivisto, ma il villaggio, totalmente attento e obbediente, è diventato angelico!
Dopo la Messa le mamme hanno ripreso ad assediarmi: si vede che anche un villaggio angelico rimane abbastanza femminile! E mi hanno detto che giovedì prossimo, alla catechesi, mi porteranno tutti i loro figli, per vedere qual è il vero angelo.
Giovedì pomeriggio avrò una verifica importante da compiere: scoprire se a Farea c'è un bambino così bravo e bello che io ho scambiato per un angelo, oppure scoprire che io quel giorno non ho incontrato nessun bambino, ma è stata una vera apparizione.
Con questi pensieri nella mente, le mie ore e i miei giorni di attesa sono molto piacevoli. Sarà anche questo un dono del mio angelo?

5 gennaio 2012
Nella scuola della missione di Bigene, collegata all'impianto fotovoltaico della casa dei missionari, è arrivata la luce. Le ventoline per rinfrescare l’aria non servono adesso, ma da marzo a novembre daranno un’ottima aria fresca per i bambini. I neon sono accesi quando giunge l’oscurità, per la scuola serale di alfabetizzazione. Un altro piccolo passo avanti per Bigene!

In partenza per il villaggio di Farea: per scoprire se il mio angelo è un angelo o un bravo bambino che ho scambiato per un angelo. Mi aspetto nuove rivelazioni.....
Bene! Oggi, alle ore 15,40, nel villaggio di Farea, missione di Bigene, ho rivisto il mio angelo!
Devo mettere in ordine le mie idee perché sono ancora un pochino sconvolto. Ma una cosa meravigliosa vi posso dire subito: il suo nome! Non si chiama Michele, non si chiama Raffaele e nemmeno Gabriele. Non mi aspettavo tanto! Si chiama Lamine (con l'accento sulla i). Angelo Lamine.....
Andiamo per ordine.
Domenica scorsa, quando ho celebrato la S. Messa, ho creato un trambusto con tutte le mamme che affermavano come uno dei loro bambini doveva essere l'angelo da me descritto. Quindi, oggi, mi aspetto di verificare personalmente una lunga fila di bambini.... Uno di loro avrà la faccia del mio angelo???
Invece, quando arrivo nella chiesetta per la catechesi, niente! Nessun bambino!
A dire il vero: sono un pochino deluso, speravo di trovare animazione, e invece tutto sembra normale. Possibile che le mamme si siano dimenticate?
Entro nella chiesetta e saluto i presenti, in modo particolare i bambini più piccoli, che a volte hanno ancora timore dell'uomo bianco (e grande). Ma niente, tutto tranquillo. Fino a che....
Dopo i saluti di circostanza, vado a sedermi al mio posto per iniziare la preghiera, e una mamma si rivolge direttamente a me, affermando: "Padre, ecco qui il tuo angelo!".
Volevo svenire!!!!! Non ci sono riuscito, ma volevo svenire!!!!
Mi avvicino per guardare bene: è un bambino o è un angelo?????
E finalmente lo rivedo: è un bambino. Timidissimo.... si nasconde il viso con le manine per la vergogna. I grandi stanno parlando di lui, e lui si sente in difficoltà. A questo punto, ho mille domande da fare alla mamma e ai presenti: cosa è accaduto, come è successo?
Nei giorni passati, le mamme hanno fatto i classici interrogatori a tappeto a tutti i loro figli, per capire la “vera verità”, ed è venuta fuori, finalmente!
Dunque: Lamine, si chiama Lamine.
Ha nove anni. Quel giorno, era uscito prima da scuola. Lui è molto bravo a scuola e conosce la lingua del criolo. Era già andato a pascolare le mucche, assieme agli altri suoi piccoli amici, che sono così piccoli da non poter ancora frequentare le lezioni.
E conosce anche il mio nome. È intelligente, e aveva udito i grandi pronunciare il mio nome.
Quel giorno aveva trovato, assieme ai suoi compagni più piccoli, un albero con un frutto maturo, un pompelmo già maturo, il primo della stagione. Cosa fare? Chi lo poteva mangiare? Lui è il capo dei bambini che pascolano le mucche, e lui deve decidere. In quel momento sente la mia macchina passare, e decide di regalarlo a me. Scappa veloce e viene verso la strada, in mezzo alla vegetazione, chiamandomi forte. Io mi fermo, arriva da me, mi regala il frutto, e poi scappa in un attimo, per ritornare a dirigere i suoi piccoli collaboratori, i piccoli pastori.
Ecco come sono andate le cose.
Il mio angelo è intelligente, generoso e timido.
Deluso perché non era un vero angelo? In parte mi sento deluso, ma mi sento anche molto felice perché tutto questo è accaduto in un momento della mia vita in cui, forse, avevo proprio bisogno di questo...
E poi sono comunque pieno di stupore. Non è normale tutto quello che è accaduto.
In questo clima natalizio, penso che i primi, ad andare da Lui, sono stati proprio dei pastori....
E allora dico: “Grazie, Signore Gesù! Ancora, questa volta per mezzo di un piccolo bambino, riesci a stupire questo missionario”.


A tutti voi che mi avete seguito nella lettura di questo evento: grazie della vostra pazienza. La storia del mio angelo è finita. A me ha fatto bene. Spero che ne abbia fatto anche a voi.
In fin dei conti, questi bambini di Bigene, come tutti i bambini del mondo, sono degli angeli.
A Bigene lo sono un pochino di più: non perché i bambini di Bigene siano migliori degli altri bambini, ma perché sorridono sempre, e sono cinquemila…