La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati

La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati
Il territorio della missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati, a nord della Guinea-Bissau e confinante con il Senegal.

8 febbraio 2014

Diario 25: Andrea e Marina a Bigene

Di solito il viaggiare viene considerato un esercizio di semplice svago e nell'immaginario comune assume caratteristiche perlopiù legate al disimpegno e al relax. Il viaggio invece è una cosa seria. Ci vogliono spirito di adattamento, disponibilità all'incontro, predisposizione alla meraviglia e molta umiltà. Siamo due giovani pugliesi, di Torremaggiore di preciso (una cittadina della provincia di Foggia). I nostri nomi sono Andrea Lariccia e Marina Spaccavento. Da qualche anno fidanzati e da pochi mesi entrambi laureati rispettivamente in filosofia e in fisioterapia. Il nostro desiderio di andare in Guinea Bissau nasce inizialmente da una sincera ed ingenua propensione di fare del bene. Il viaggio e la permanenza a Bigene ci hanno però completamente ribaltati! Giorno dopo giorno ci sentivamo bisognosi di aiuto e sempre più disarmati delle vecchie convinzioni. L'accoglienza, il calore umano, il confronto con una cultura dai caratteri affascinanti, la testimonianza di coloro che lavorano affianco ai fratelli guineensi, ci hanno convinti che in Africa non si va per dare ma per ricevere! Ciò che si riceve tuttavia non può essere tenuto solo per sé ma va condiviso. Ecco il senso di questo piccolo "diario di bordo".

10 Dicembre 2013
Don Marco: "Questa sera arrivano due ospiti dall'Italia che si fermeranno con noi tutto il tempo di Natale, passeranno insieme a noi la notte di Capodanno ed andranno via il 17 Gennaio. Un modo diverso di passare le feste.
Poi vi sveleremo chi sono!!!"

13 Dicembre 2013
Don Ivo: "Eccoli!!! da Torremaggiore (Foggia) a Bigene, per passare con noi un mese di vita missionaria. Andrea Lariccia e Marina Spaccavento sono già dentro la vita della missione: qui li vediamo in mezzo alla bella risaia di Ponta Nobo, dopo la catechesi, immersi nei colori e nei suoni di una natura così bella che riempie l'anima. Adesso però lascio la parola a loro."


Siamo dalla notte scorsa a Bissau nella curia vescovile. Oggi abbiamo fatto un giro per la città, rendendoci conto che "città" è una parola molto diversa dai parametri occidentali. Marina e io (ma particolarmente io) bianchi come siamo, eravamo di frequente oggetto di sguardi incuriositi.

15 Dicembre 2013
Prima domenica a Bigene. Io e Marina stamattina siamo stati in due villaggi per la messa domenicale, a Farea e Facam. A Facam c'erano persone di Samudje che solo da un mese sentono il messaggio cristiano. L'esperienza comincia ad essere intensa. Ci portiamo nel cuore tante domande. Domani continueremo a seguire i missionari nella catechesi per i villaggi. Fa caldo ma non tantissimo, tanto che per gli abitanti del posto il clima (soprattutto di mattina) è freddo. Un abbraccio a tutti! Buona fine domenica!

16 Dicembre 2013
Giornata molto bella quella trascorsa. Mattina a scuola della missione coi bambini delle varie classi. Dopo un bagno di entusiasmo, abbiamo fatto vedere loro il video e i disegni realizzati dall'asilo Mary Poppins di Torremaggiore ( Anna Perrone). I bambini della scuola dell'infanzia di Bigene sono rimasti molto contenti! Oggi pomeriggio siamo andati con don Marco Camiletti a Facam a consegnare loro un generatore per la pilatura del riso. In questo modo le donne del villaggio saranno molto facilitate nel duro lavoro (ve l'assicuro). Boa noiti.

17 Dicembre 2013
Prime foto da Bigene per i nostri amici. Risalgono soltanto a stamattina. Siamo stati per la prima volta al centro nutrizionale della missione che il martedì accoglie bambini orfani, gemelli e denutriti (categorie differenti di bimbi accomunati dalla difficoltà di ricevere il giusto apporto nutrizionale per la loro età). Nel centro operano suor Nella, una suora fantastica di Palagianello che da 21 anni è qui in Guinea; Joaquim (con la maglia celeste), un uomo che è qui a Bigene per mettersi a disposizione di tutti i bisogni sanitari degli abitanti (nonostante abbia moglie e due figlie nella capitale); Domingus (col cappello) che fa pratica per aprire a Baro (un villaggio distante 12 km da Bigene) un punto vendita di medicine; Sanà, che aiuta nella traduzione dal criolo alle lingue delle varie etnie, da cui provengono le mamme che cercano aiuto. Al centro accorrono persone che provengono dai villaggi limitrofi ma anche dal "vicino" Senegal! Insomma, il bene che si fa qui è concreto e non guarda in faccia a nessuno...


18 Dicembre 2013
Centro nutrizionale: puntata n°2. La giornata di oggi era dedicata all'assistenza a donne incinte e a bambini sotto i 6 mesi. Il centro oltre a dare loro alimenti essenziali educa le donne a delle elementari norme igieniche. Qui le malattie dovute alla scarsa igiene sono all'ordine del giorno e i primi a pagarne le conseguenze sono i bambini. Suor Nella e Joaquim fanno di tutto per spronare le donne a fare le analisi e a recarsi negli ospedali per partorire, vista la pratica usuale di farlo in casa.


Nel pomeriggio siamo stati a Bambea per la catechesi. Mentre Marco si intratteneva con alcuni del villaggio, i bambini hanno cominciato ad avvicinarsi a noi, a farsi fotografare, a toccare i miei capelli. Alla fine ci siamo ritrovati a ballare assieme. Due momenti diversi quelli di oggi, due facce opposte di una società che sempre più scopriamo avere mille contraddizioni.


19 Dicembre 2013
Una settimana fa arrivavamo a Bigene. Quante scoperte in soli sette giorni di vita qui. Nuovi volti, nuove storie, nuovi luoghi e nuovi colori. Per sperimentarlo un po'meglio questa mattina abbiamo preferito ritornare a piedi dalla catechesi di Talicò. Abbiamo camminato per 7 km immersi in un paesaggio magnifico, ripieno di suoni e di odori finora sconosciuti. Abbiamo incontrato gente che camminava, siamo riusciti a rivolgere loro soltanto un saluto e un sorriso. Era tutto quello che avevamo... Sperimentiamo che è camminando che si incontra la vita, è sulla strada che si può fare la reale esperienza dell'incontro. Stanchi ma molto contenti, riusciamo a stare a casa per pranzo.


Non abbiamo il tempo di trattenerci oltre, perchè don Ivo ci propone di andare con lui a un funerale (in criolo è "tchuro") di un giovane catecumeno. Accetto volentieri. Raggiungiamo un villaggio di nome Bucaur. Assisto al primo rito funebre di tradizione mandjako (la tribù alla quale apparteneva il defunto). Preghiamo insieme, musulmani e cristiani. Il miracolo del Nò Papè (Padre nostro in criolo) si manifesta anche in questo. Scatto qualche istantanea mentre cerco di controllare l'emozione. Dopo il saluto della moglie al marito defunto (che prevedeva qualche goccia d'acqua versata sulla sua testa e sui suoi piedi, in segno di perdono per gli errori fatti in vita) parte un lamento struggente delle donne, durante il quale solo noi uomini abbiamo potuto accompagnare la salma per "l'intero" (sepoltura sotto terra). Ancora una preghiera prima che la terra copra per sempre il suo corpo. Accompagniamo delle donne dal sorriso contagioso a Baro e torniamo alla base per l'adorazione eucaristica in parrocchia. Di fronte a tanta vita non ci rimane altro che...ringraziare!


20 Dicembre 2013
Per quanto possano essere belle le foto di oggi, non potranno mai rendere pienamente la bellezza dei volti e degli sguardi incrociati. Lungo l'arco della giornata siamo stati in due villaggi splendidi. Il primo si chiama Mansacunda. Ci porta per la prima volta con lei suor Narliene, una suora di origini brasiliane che è qui da poco tempo. E' una tipa a dir poco coinvolgente... Ci uniamo a lei non tanto per sperimentare come anche le suore conducano gli incontri, ma soprattutto per la particolarità della situazione che andiamo a incontrare: è soltanto la quarta volta che dei missionari arrivano lì! La scorsa volta, infatti, ci confida di aver insegnato loro a fare il segno di croce. Ancora una volta recitare il Padre nostro con loro mi emoziona particolarmente! Dopo pranzo ritorniamo a bordo del suo fuoristrada per andare alla volta di un altro villaggio di nome Kapal, a pochissimi chilometri dal confine con il Senegal (gli abitanti infatti sanno un po'di francese). Capiamo subito che si tratta di un villaggio diverso dagli altri perchè una donna ci accoglie con un bellissimo sorriso e abbraccia Marina. Della catechesi posso dire soltanto che basta mettere una brasiliana in mezzo a un gruppo di guineensi allegri e il risultato è esplosivo!!! Ce ne andiamo da lì con il cuore festante e un invito (il primo) ad un "casamento" (matrimonio) per martedì prossimo. Stay tuned!


21 Dicembre 2013
Giornata interamente trascorsa a Bigene. Abbiamo deciso di vivere qui il ritiro spirituale in preparazione al Natale che in altri tre villaggi della missione contemporaneamente si svolge. Qui è don Marco che lo tiene. Siamo all'incirca una ventina. Alla fine del suo intervento alcune preghiere spontanee dei partecipanti mi danno molto da pensare. Non capiamo tutto naturalmente, anzi ben poco, ma abbastanza da accorgerci che si prega per il mondo intero. Una comunità povera come questa avrebbe dovuto pregare per i suoi bisogni (anzitutto materiali), penso subito. Invece è il contrario. Capito, miei cari italiani: qui si prega per voi!!! Tocco con mano il respiro universale di una Chiesa non chiusa nei propri interessi ma aperta ad orizzonti più vasti di quanto possiamo immaginare... Questa sera ci sono tre cose che potrò purtroppo solo raccontarvi: un cielo stellato fuori meraviglioso, un cd dei Buena Vista Social Club messo da don Ivo e un profumino delizioso che viene dalla cucina di melanzane al forno preparate da Marina... Ce n'è per tutti i sensi umani insomma...Ingredienti ideali per un delizioso sabato sera.


22 Dicembre 2013
Prima messa comunitaria per noi nella parrocchia di Bigene. Cresce la nostra confidenza con la messa in criolo. Per renderci comprensibili le parole delle letture, tuttavia, utilizziamo la traduzione in italiano. San Paolo scrive ai Romani, ma sembra che rivolga il suo appello ai cristiani di Bigene oggi: "Per mezzo di lui (Gesù Cristo) abbiamo ricevuto la grazia dell'apostolato per ottenere l'obbedienza alla fede da parte di tutte le genti; e tra queste siete anche voi"! Cristo chiama, Bigene con entusiasmo risponde! Da qui ci si può rendere conto che la chiamata alla fede è universale e gratuita. Nel pomeriggio, Marina si sottopone alla maestria di una donna che sa fare le treccine alla maniera africana. Il lavoro è talmente lungo da richiedere un paio di giorni (a breve dunque i risultati). Prima della sera abbiamo assistito a un tramonto meraviglioso sulla strada per Senker Bà (un villaggio a pochi chilometri da Bigene). Era all'orizzonte dell'immensa bulagna (risaia) appena fuori da Bigene. Buona domenica a tutti!


23 Dicembre 2013
Giornata normalissima trascorsa a Bigene. Intorno alle 6.50 di stamattina, mentre usciamo per raggiungere la chiesa, ci accorgiamo che la festa iniziata ieri pomeriggio per un matrimonio (lo stesso al quale siamo stati invitati e al quale parteciperemo domani a Kapal) continuava ancora alla grande ed è stata "sospesa" solo oggi pomeriggio!!! Ventiquattr'ore di fila a festeggiare! E questo è solo il primo atto, perchè è nient'altro che la festa della sposa alla quale partecipano i parenti dello sposo venuti a prenderla e a trasportare la sua roba. Domani ne vedremo delle belle insomma... Oggi Marina ha completato la sua metamorfosi africana ed è pronta per la festa. Lascio a voi l'ardua sentenza!


24 Dicembre 2013
Vigilia di Natale all'insegna della festa e della danza per il casamento degli sposi di Kapal. Gli sposi erano entrambi molto belli. Dopo aver fatto visita alle rispettive case ci siamo fatti prendere dall'allegria e dal ritmo delle danze. Ora ci aspetta la messa della notte di Natale qui in parrocchia. Fa un certo effetto vivere il Natale in questi luoghi ma immagino che il contesto della nascita storica di Gesù fosse molto più simile a questo che non a quello a cui siamo abituati. Buona notte di Natale a tutti!


25 Dicembre 2013
E' da tempo che cerchiamo le parole per esprimere il senso che quest'anno abbiamo voluto dare al nostro Natale. Il fatto che sia Natale non rende speciale la nostra presenza qui in Guinea Bissau ma è la nostra presenza in questi luoghi che rende speciale il Natale di quest'anno. Papa Francesco ci aiuta a trovare perfettamente le parole: "Il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell'incontro con il volto dell'altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo. L'autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sè, dall'appartenenza alla comunità, dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri". Abbiamo scoperto che vale la pena di correre questo rischio... Auguri di buon Natale dalla lontana ma in fondo vicina Guinea Bissau!


27 Dicembre 2013
Ore 8.05 circa di stamattina. Dopo essere ritornati dalla messa quotidiana arriva una telefonata: una donna di Talicò è da nove ore in travaglio e non riesce a partorire. C'è bisogno di un trasporto urgente all'ospedale di Bigene. Don Marco ci propone di andare insieme a lui. Salgo in auto e in venti minuti siamo al villaggio. Arrivati a destinazione, notiamo un gruppo di uomini che si avvicina e ci tranquillizza perchè la donna nel frattempo ha partorito. Ci invitano comunque ad entrare e lo facciamo volentieri, almeno per accertarci delle buone condizioni di salute sia della mamma che del neonato. Le assistenti ci permettono di avvicinarci. La donna ha davvero partorito da pochissimo e ha dato alla luce un bambino! L'emozione mi assale letteralmente, anche perchè nel frattempo cominciano a levarsi le grida di liberazione e di esultanza delle donne. Sono soltanto le nove e già questa terra ha da regalarti un mondo intero...


29 Dicembre 2013
Ieri mattina arriva una chiamata da un villaggio poco distante da Bigene. Un signore è da ore in stato permanente di incoscienza. Non sanno che fare, chiamano don Ivo per chiedere un trasporto urgente all'infermeria di Bigene. Ci piombiamo con il fuoristrada e, dopo aver attraversato un sentiero che dire accidentato è poco, raggiungiamo casa del signore e di peso lo carichiamo in macchina. A Bigene l'infermeria è chiusa. L'unica alternativa è arrivare a Ingorè, paese distante 36 km da Bigene. Ora, il tempo che impieghiamo sulle nostre comode strade italiane qui va almeno triplicato! Ci mettiamo in marcia con la speranza che non gli succeda niente nel frattempo; arrivati lì, potremo trovare ben due medici (gli unici nel raggio di così tanti km)! Il paziente viene visitato da uno dei due. Diagnosi: coma ipoglicemico causato da un abuso di sostanze alcoliche. E' un grande problema qui l'alcolismo! Uno dei tanti malanni di una società a volte tremendamente piena di contraddizioni!


30 Dicembre 2013
Stamattina abbiamo varcato il confine! Per l'intera mattinata siamo stati in terra senegalese. Non è molto distante da dove abitiamo ma ha fatto comunque un certo effetto. Per arrivarci da qui bisogna attraversare un villaggio che (non ci si crede) è letteralmente spaccato in due: Faradjanto Guinè e Faradjanto Senegal. Dopo un po'di chilometri raggiungiamo un centro abitato abbastanza grande, Samine. La differenza, anche se non di molto, salta agli occhi: negozi più forniti, pali della corrente elettrica, antenne paraboliche, strade asfaltate e lingua rigorosamente diversa (il criolo già non si parla più). Ci addentriamo in un mercato affollato, delle donne vedendoci si avvicinano per venderci ogni genere di roba. Il mio francese maccheronico mi permette di dire qualcosina in più del "buongiorno, come stai?" che riesco a dire in criolo. Andiamo oltre Samine, sulla strada per Zingintchor, in un santuario immerso in un posto molto suggestivo sul fiume Joola, dedicato a Notre Dame de la Paix a Temento. C'è un sole fantastico e per la prima volta in vita nostra bagniamo i piedi in un corso d'acqua il 30 dicembre... Infine, ci imbattiamo finalmente in un grande Baobab, considerato il più grande albero del Senegal. Torniamo a casa con Capossela nello stereo e con sottobraccio un cocomero di 7 chili...


01 Gennaio 2014
Abbiamo salutato il 2013 stanotte un'ora dopo di voi in compagnia delle magnifiche suore della missione! Al ritorno a casa l'anno nuovo ci ha accolti sotto un tappeto di stelle. Mai viste così tante! Sotto un cielo così ho avuto per la prima volta l'impressione di essere parte del cosmo. Queste foto risalgono a stamattina. Così si presenta Bigene all'inizio dell'anno nuovo. Auguriamo a tutti un buon 2014!


Bigene ha parlato pugliese quest'oggi a tavola! Pranzo in allegria a base di salsiccia paesana e orecchiette al sugo. Suor Narliene Melo invece ha preparato un delizioso baccalà di cui già ho appuntato la ricetta... A finire il dolce di Marina Spaccavento ha fatto un successone! Domani, ben presto, virata ad Ovest! Pensiamo di raggiungere Punta Varella, una località molto distante da qui che si affaccia sull'oceano, in prima mattinata. Se il clima permette faremo l'esperienza di un bagno a mare il 2 gennaio. Naturalmente, trascorreremo lì l'intera giornata. Ancora auguri di buon anno, amici di pelle bianca!

03 Gennaio 2014
Resoconto degli ultimi due giorni. Giovedì 2 gennaio: ore 4.20 di mattina. La sveglia già suona. Si parte! Fuori è buio pesto. Ci muoviamo con le torce elettriche per raggiungere il fuoristrada che ci porterà a fare circa 130 km. Quasi niente per l'Italia, ma molto per la Guinea Bissau. Impieghiamo infatti poco meno di quattro ore per arrivare a Ponta Varela. Vedere per la prima volta il mare guineense è sì un'esperienza entusiasmante, ma il viaggio che ci ha condotti fin lì non è stata da meno. L'alba sulla strada Ingorè-S.Domingos, gli altissimi pollòn (gli alberi più alti della Guinea Bissau) sulla strada S.Domingos-Susana, il ponticello, che non si sa se regge al passaggio del nostro carro, sulla stessa strada. E poi, dopo Varela, fra gli alberi spunta l'immensa distesa di acqua oltre la quale c'è solo il Brasile: "praia" di Ponta Varela. La giornata, dopo le dieci diventa talmente calda che un buon tuffo non starebbe proprio male! La lunghissima spiaggia assolata invoglia anche a fare una passeggiata fin dove l'ora ci permette di arrivare. Nel primo pomeriggio infatti ripartiamo per Bigene, riattraversando gli stessi paesaggi, illuminati però da un colore totalmente diverso...


05 Gennaio 2014
Ormai stiamo a Bigene da qualche settimana. Smettiamo a poco a poco i panni dei turisti e indossiamo quelli della gente del posto. I volti delle persone, soprattutto quelli della comunità cristiana con cui stiamo più a diretto contatto, diventano più familiari. La gente ci accoglie volentieri a casa. Ieri sera abbiamo fatto visita a una signora nella cui esperienza è racchiusa la storia della Chiesa di Bigene, Tia Dominga. Da tempo non sta bene e non può per questo più venire spesso in chiesa. Ieri però ha promesso che sarebbe venuta e così è stato. Pensate, è tra le prime ad essere stata battezzata a Bigene. Il suo battesimo risale addirittura al 1959, quando ancora qui non c'era la presenza assidua dei missionari. Negli anni passati ha accolto più volte in casa propria persone che nessuno avrebbe mai pensato di ospitare, perchè considerati posseduti da "spiriti maligni". Per l'epoca era una cosa a dir poco rivoluzionaria! Ieri sera, a casa sua, vedevamo a malapena il suo viso per la scarsezza della luce, ma per mezz'ora lei e le sue figlie ci hanno incantato con i loro racconti. La storia qui si tramanda ancora oralmente e quando lo fanno c'è da restare a bocca aperta! Dopo la messa, una coppia di sposi cristiani, Alfredo e Neja ci hanno invitati a entrare a casa loro. Hanno molti figli e il modo in cui ci hanno accolti resterà per noi uno splendido insegnamento.


06 Gennaio 2014
Da qualche ora sono i ragazzi a farla da protagonisti. Ieri, nel primo pomeriggio, siamo ritornati a Samine (in Senegal) perchè invitati a partecipare alla giornata dei ragazzi della parrocchia tenuta dai missionari dell'OMI: settecentocinquatatrè bambini ci hanno sommerso di allegria. 6 gennaio: il calendario guineense non è colorato di rosso. L'epifania si è festeggiata ieri. Oggi infatti i ragazzi hanno fatto rientro nelle classi. Quelli della scuola della nostra parrocchia non fanno eccezione. La campana suona puntuale alle 8.15. Pochi minuti per riassettarsi e subito riscaldamento muscoli e preghiera d'inizio. I bambini cristiani pregano il Nò Papè, quelli musulmani con una preghiera ad Allah. Gli sguardi sono ancora puntati tutti su di noi, ma la scelta di trascorrere l'intera mattinata con loro ci fa entrare in un'atmosfera di amicizia praticamente mai provata finora. Le resistenze si sciolgono tutte quando a ricreazione proponiamo loro una danza in cerchio. L'entusiasmo è alle stelle quando cominciamo a saltare e insieme alla polvere anche le mani si ritrovano sollevate al cielo! Starebbero a saltare per ore se non fosse che la campana li richiama ormai nelle classi.


07 Gennaio 2014
Cari amici italiani, consolatevi! Anche qui a Bigene un po'alla volta si ritorna alla normalità dopo le feste. Domani ricomincia la catechesi nei villaggi. Stamattina invece è ritornato ad essere operativo il centro nutrizionale della parrocchia. La giornata del martedì è dedicata esclusivamente ai bambini malnutriti sopra i sei mesi. Solo nella mattinata di oggi hanno ricevuto assistenza cinquantadue bambini. Pochi denutriti gravi a dire il vero, ma molti gemelli (undici coppie), alcuni dei quali provenienti da villaggi senegalesi. I gemelli sono maggiormente esposti al rischio malnutrizione a causa della disponibilità più scarsa di cibo o di latte materno. Hanno trovato assistenza anche dei bimbi orfani accompagnati da un familiare che si prende cura di loro. Abbiamo fatto ulteriore esperienza di come il centro, grazie a Joaquim e suor Nella, non sia semplicemente un erogatore di alimenti nutrienti (alcuni dei quali forniti dal Programma Alimentare Mondiale) ma diventi spesso un'occasione per insegnare basilari norme igieniche al fine di evitare il contagio di pericolose malattie. Tutti i casi vengono riportati su appositi registri. Vedeste la soddisfazione che affiora sul volto di suor Nella quando segna in rosso un caso concluso, segno che il bimbo finalmente sta bene! Un'altra piccola vittoria è stata infatti raggiunta!


09 Gennaio 2014
Ieri mattinata al centro nutrizionale. E' toccato (come ogni mercoledì) alle donne incinte e ai bimbi che hanno meno di sei mesi. Trentasei donne dalle nove di mattina erano in fila per ricevere assistenza. Per essere ammessi bisogna dimostrare tuttavia che la mamma faccia periodicamente una visita ostetrica. L'assistenza consiste soprattutto nell'insegnare a prendersi cura di se stesse e della creatura che hanno in grembo attraverso costanti consulti specialistici. Frequenti sono i casi di mamme che vengono in centro solo per gli alimenti. L'educazione passa anche dal consiglio che si dà loro di partorire quando sarà tempo in un ospedale, perchè la pratica normale prevede che lo si faccia in casa. La presenza di Joaquim è in questo molto più significativa di quanto si pensi perchè è loro conterraneo e i suoi richiami sono accolti con più serietà. Pomeriggio dalle suore invece, dove abbiamo assistito a come vengono tinte le stoffe prodotte da alcune donne di Bigene guidate da suor Merione, l'infaticabile suora originaria del Brasile che da qualche tempo ha avviato questa attività per dare la possibilità alle donne che vi lavorano di promuoversi in campo lavorativo. Due esperienze diverse quelle di ieri che ci dimostrano quanto la carità sia all'estremo opposto del semplice assistenzialismo...


Intorno alle 6.30 di stamattina attraversiamo una buia e insolita Bigene per andare a celebrare messa dalle suore. Le primissime luci dell'alba non bastavano ad illuminare la strada che sarebbe rimasta completamente oscura senza le due torce alimentate a dinamo. Fatta colazione, io e Marina saliamo a bordo dell'auto guidata da don Ivo. Mentre lui si ferma a Talicò per la consuetudinaria catechesi, noi proseguiamo con suor Merione in direzione di un piccolo villaggio piuttosto isolato di nome Mambulotu, per la catechesi dei catecumeni (esperienza che finora ancora non avevamo fatto). Il tenore dell'incontro è un po'più elevato di fatto rispetto ad altri, trattandosi di persone che si preparano a ricevere il battesimo "a breve". Marina se la cava di più con il criolo, io un po'meno. In compenso però, al termine dell'incontro quando, dopo aver ricevuto delle parole cordialissime di benvenuto da parte di due uomini, si aspettavano che anche noi rivolgessimo loro alcune parole, ho cercato di abbozzare qualche frase in lingua. Il piccolo sforzo è stato ripagato ampiamente al sentire uno di loro chiamarci "fratelli nella fede"!


11 Gennaio 2014
Gli ultimi due giorni sono stati dedicati interamente alla catechesi nei villaggi. Ieri siamo stati in due villaggi in cui già eravamo andati prima delle feste natalizie. Nel primo, Mansacunda, si fa catechesi da pochissimo tempo all'ombra di un altissimo mango. Appena arrivati, mi viene da pensare a quanto sia cambiata la mia percezione della realtà che mi circonda nel giro di qualche settimana. Faccio un po' mente locale e mi rendo conto che è passato già un mese! Mentre suor Narliene anima la catechesi, cerco di imprimere nella mente i volti di chi ho davanti, nella speranza di ricordarne quanti più possibili. Nel pomeriggio siamo a Kapal, il villaggio alla cui gente io e Marina ci siamo affezionati di più. Dopo la catechesi, con spirito sincero e in atteggiamento confidenziale, rivolgiamo a tutti delle parole di ringraziamento e di augurio per il prosieguo della loro vita. Ci applaudono. Leggo in questo gesto e nei loro sguardi tanto affetto, ma anche altrettanta gioia per una condivisione di vite che effettivamente è avvenuta. Dio benedica Kapal! Oggi invece ho conosciuto (Marina già c'è stata qualche settimana fa) il gruppo dei catecumeni di Baro. Al ritorno, io e lei abbiamo scelto di fare un bel tratto di strada a piedi. Abbiamo incontrato una donna che andava a pulire il suo campo di cadjù e un ragazzo che tornava al suo villaggio in bicicletta che ci ha regalato un'arancia. Con entrambi siamo riusciti a parlare, seppure a malapena, in criolo. Per noi un segno importante della nostra breve permanenza!


12 Gennaio 2014
Ultima notte a Bigene. Domani, subito dopo colazione, si riparte per la capitale. Dopo la messa di stamattina, don Marco ci ha permesso di dire due parole per ringraziare tutta la comunità per l'ospitalità che ci ha riservato. Le uniche parole che potevano racchiudere tutto ciò che provavamo le abbiamo dette in criolo: "gna ermons, obrigadu!". Alfredo, uno di loro, ci ha augurato un buon ritorno nella nostra terra, chiedendoci di portare l'esperienza fatta qui tra la nostra gente. Sarà così di sicuro. Con tutta convinzione facciamo nostre le parole di Pietro della seconda lettura di oggi: "Mi sono reso conto che Dio non fa preferenza di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto". I segni della sua presenza qui si possono percepire. Ora ci aspettano quattro giorni che dedicheremo alla conoscenza di altre realtà sparse nei dintorni di Bissau. Vi faremo sapere, connessione permettendo!


13 Gennaio 2014
Arrivati da qualche ora a Bissau. Chissà se un giorno rivedremo la gente incontrata a Bigene. Il desiderio di ritornare in questi casi conta molto poco. Il grazie per un incontro desiderato e l'addio per una partenza inevitabile hanno per ora la precedenza. In macchina viaggiamo con un bambino che ha bisogno di essere visitato con urgenza nella clinica pediatrica di Bor. Tra i villaggi e i fiumi attraversati ho cercato di guardare il mondo con gli occhi meravigliati di Augustin (era il suo nome), per immaginare seppur lontanamente cosa significhi viaggiare per la prima volta verso Bissau...

14 Gennaio 2014
Cumura, Bor, N'dame, Casa Bambaran. Potrebbero essere nomi come tanti altri. In Guinea Bissau no. Sono intreccio di storia e di umanità profonda. Ognuno nella propria specificità è uno schiaffo in faccia ad una Guinea arrendevole e corrotta! Da un lato la politica, quella sporca, collusa e criminale. Dall'altro la determinazione di chi si sporca coi frammenti di umanità che nessun altro forse raccoglierebbe.

16 Gennaio 2014
Ultimo giorno a Bissau. Bissau è una città che all'infuori dei palazzi governativi e delle sedi istituzionali estere non ha alcun aspetto di capitale di Stato. Offre sicuramente molte più opportunità rispetto agli altri centri della Guinea ma può benissimo essere paragonata a una periferia di una grande città italiana. L'aria è pesante, a tratti irrespirabile, a causa dei gas di scarico delle tantissime auto che affollano soprattutto la grande e unica arteria asfaltata che collega il centro all'aeroporto. Unici luoghi di rilievo sono il porto commerciale, la piazza agli eroi nazionali e la cattedrale cattolica. Dopo aver fatto dei servizi spostandoci col toca toca, il pulmino pubblico più diffuso in città, ci prepariamo al viaggio di ritorno di stanotte.

Marina e Andrea