Emergenza Ebola... ma non in Guinea
Bissau!
Sì perché l’ebola non c’è in
Guinea-Bissau! La Guinea-Bissau ha tantissimi problemi, ma nessun malato e
nessun morto per ebola. Quando i giornali dicono che c’è l’ebola in
Guinea stanno mentendo? No, l’ebola c’è, ma in Guinea-Conakry, che nulla ha a
che fare con la Guinea-Bissau.
DOV’È L’EBOLA
Nella mappa seguente, aggiornata al 25 agosto 2014, potete vedere dove sono stati registrati i casi di ebola e con che intensità e dove sono invece Bissau (a più di 200 km) e Bigene (più di 300 km). I paesi coinvolti sono Guinea-Conakry, Sierra Leone e Liberia (Nigeria solo negli ultimi giorni).
DOV’È L’EBOLA
Nella mappa seguente, aggiornata al 25 agosto 2014, potete vedere dove sono stati registrati i casi di ebola e con che intensità e dove sono invece Bissau (a più di 200 km) e Bigene (più di 300 km). I paesi coinvolti sono Guinea-Conakry, Sierra Leone e Liberia (Nigeria solo negli ultimi giorni).
Come dicevo in linea d’aria siamo a più di 200 chilometri da Bissau, capitale della Guinea-Bissau, e 300 chilometri da Bigene. Se poi consideriamo le strade che collegano Bissau e Bigene alle aree colpite dall’ebola i chilometri sono molti di più e su strade che sono poco più che sentieri, non certo autostrade. L’unica strada asfaltata della Guina Bissau collega Bissau a Dakar, la capitale del Senegal a nord. Poi quasi nessuno possiede un’auto, la maggior parte si sposta a piedi, in bici o in camion-corriere. Verso sud, verso la Guinea-Conakry, dove c’è la foresta equatoriale, gli scambi però sono minimi, azzerati adesso con il pericolo ebola.
Strade e traffico tipici della Guinea Bissau. Gli spostamenti non sono per nulla agevoli né rapidi.
In Guinea-Bissau per evitare di creare occasioni di diffusione del virus sono stati annullati tutti i mercati e tutti gli incontri pubblici. Anche la Chiesa non organizza più incontri con riunioni di persone al di fuori del proprio territorio parrocchiale. Tutte misure precauzionali e non perché vi sia un reale pericolo ebola in corso in Guinea-Bissau.
Andamento
nel tempo dei casi di ebola nei vari Paesi coinvolti
COS’È L’EBOLA
A rendere molto improbabile l’arrivo dell’ebola in Guinea-Bissau contribuiscono anche le caratteristiche del virus. Dal contagio ai primi sintomi passano normalmente 5-10 giorni, al massimo 20. La malattia dura 7-14 giorni al massimo e nel ceppo attualmente attivo più del 50% dei casi è purtroppo mortale. Che un malato di ebola abbia il tempo di allontanarsi da dove è stato contagiato è quindi altamente improbabile, a meno che non usi l’aereo. Ma non ci sono collegamenti aerei dei Paesi colpiti con la Guinea-Bissau dove l’unico volo che atterra arriva dal Marocco, e poco altro. Il virus è molto aggressivo, provoca febbre molto alta ed emorragie, come già accennato, spesso mortali. Ma rimanere infettati non è affatto semplice. Infatti si deve entrare in contatto con i fluidi dei malati (sangue, feci, sudore, saliva) ma non basta toccarli: devono entrare nel nostro corpo per infettarci. Quindi ciò avviene solo attraverso la bocca, gli occhi o possibili ferite. Il contagio per via aerea come un normale raffreddore è impossibile. E infatti stiamo parlando di "soli" 3000 morti dal 1976, quando è stata osservata per la prima volta, in Congo (ex Zaire) di cui però quasi 1500 nell’ultimo anno. Paradossalmente, così tanti casi nell’ultimo anno per gli stessi motivi che invece ne rendono improbabili il diffondersi verso la Guinea-Bissau. I paesi colpiti sono molto popolosi, colpiti per la prima volta dal virus e quindi sono mancate le precauzioni che avrebbero limitato il contagio (come evitare di baciare e lavare i corpi dei morti). Riguardando la cartina potrete intuire che il virus si è manifestato all’inizio nel sud della Guinea-Conakry, dove si sono avuti la maggior parte dei morti, e poi si è propagato lungo le direttrici delle strade e verso le capitali dei 3 paesi colpiti. Il rapido manifestarsi dei sintomi, e purtroppo della morte, hanno comunque limitato geograficamente l’insorgere della malattia.
Casi di ebola nel mondo dal 1976 (prima
manifestazione del virus) ad oggi
Ho detto "soli" 3000 mila morti dal 1976. Per dare maggiore peso al fatto che sono veramente pochi considerate che, per esempio, la malaria registra ogni anno nel mondo 500 milioni di casi clinici (il 90% nell’Africa Tropicale) e uccide tra 600mila e 1 milione di persone all’anno. Nessuno di questi morti è europeo, neanche di quelli che vengono in Africa, perché la malaria diventa mortale per persone deboli per altre malattie o per la fame. E comunque, anche per la malaria, bastano pochi accorgimenti per evitare il contagio, tant’è che nessuno degli ospiti che abbiamo avuto a Bigene l’ha mai contratta. L’ebola a confronto è quindi una malattia molto più rara e molto meno infettiva della malaria, ma l’alta mortalità ha creato la psicosi attuale per cui si tende ad avere paura dell’ebola anche dove e quando non ci sarebbe nulla o poco da temere come, ribadisco, in Guinea-Bissau.
L’EBOLA IN ITALIA
Un’ultima considerazione sui rischi che l’ebola possa giungere anche in Italia, magari dagli immigrati che sbarcano dalla Libia. Avrete già capito che i rischi sono praticamente nulli. Sicuramente nulli da parte degli immigrati clandestini: queste povere persone, per giungere in Italia, ci mettono mesi ad attraversare prima il deserto, poi imbarcarsi in Libia e quindi giungere in Italia. Le persone ammalate non ce la farebbero mai ad arrivare in Italia, dato che dall’infezione all’esaurirsi della malattia passano pochi giorni. Anche l’arrivo dell’ebola per via aerea è molto improbabile, dato che non ci sono collegamenti diretti tra l’Italia e i Paesi colpiti. Più probabile che il virus arrivi in Francia, Inghilterra, Nigeria (come già successo) e gli altri Paesi del mondo che hanno dei collegamenti aerei diretti con questi Paesi. I sistemi sanitari di questi paesi sono, però, molto meglio attrezzati per controllare eventuali casi che dovessero manifestarsi.
CONCLUSIONI
Il messaggio è per tutti gli "Amici" della Guinea-Bissau: sono gli amici delle nostre Missioni e dei nostri missionari. Molte persone confondono la Guinea con la Guinea-Bissau. I mezzi di comunicazione in Italia non sono capaci di distinguere i due paesi, con il risultato che in tanti sono convinti che l’ebola sia presente nella Guinea-Bissau. Ma non è così! In Guinea-Bissau non ci sono casi di infezioni di ebola, e stiamo adoperandoci per prevenire questo virus pericoloso, informando la popolazione sulle norme igieniche e alimentari, evitando riunioni e assemblee, promovendo una maggiore attenzione verso la popolazione. I confini con la Guinea-Conakry sono stati ufficialmente chiusi, anche se i nostri confini, lo sanno tutti, sono molto "aperti". L’emergenza richiede attenzioni e aiuti a livello della prevenzione dell’ebola e della cura degli altri ammalati. Tutti i missionari sono ben presenti nel territorio e cerchiamo di aiutare la nostra popolazione in questo momento di preoccupazione. Confidiamo nell’aiuto di chi sta studiando questo virus per poterlo curare e debellare. E confidiamo nel sostegno di tanti "Amici" che ci conoscono e ci seguono: la "nostra" Guinea-Bissau ci aspetta come gli sguardi dei nostri bambini, sempre aperti ed accoglienti, pronti a fare festa per il nostro passaggio in mezzo a loro.
E che
il Signore possa continuare a benedirci tutti!
don Ivo Cavraro, Missione di Bigene, Guine-Bissau.
27 agosto 2014
don Ivo Cavraro, Missione di Bigene, Guine-Bissau.
27 agosto 2014
A poche ore di distanza da questo mio contributo, e da poche
migliaia di chilometri dalla Guinea-Bissau, ricevo questa toccante
testimonianza di un caro amico conosciuto a Bissau, ora missionario in Sierra
Leone, nella cittadina di Lunsar: padre Pierangelo Valerio, originario di Montecchio Maggiore (Vicenza),
dei Padri Giuseppini del Murialdo.
Se in Guinea-Bissau siamo preoccupati, attenti, ma non
allarmati, in Sierra Leone la situazione è drammatica. Mi sembra onesto
trasmettere anche queste testimonianze dei missionari di quelle terre, e
concludere con una doverosa preghiera.
La ragazza nella foto si chiama MABINTY. Frequentava la 3 classe della
Junior Secondary School Maria Ines a Lunsar. Era attiva nella mia comunità
cristiana di Marampa "Holy Cross" Church. Faceva parte del Gruppo
Giovanile e del coro della chiesa.
Mabinty è una delle oltre 35 vittime dell'epidemia di Ebola del "Marampa
Compound" di Lunsar, dove io vado a celebrare ogni domenica. Da domenica scorsa la celebrazione della S. Messa è stata sospesa in attesa che la situazione cambi, per evitare altri contagi. Oltre 35 morti e le autorità dove sono? Chi è venuto a fare un test a queste persone? Qualcuno ha avuto accesso alle cure nei due centri nazionali predisposti per combattere l'ebola? E' vero che la gente nega l'esistenza di questo flagello, che nasconde gli ammalati nella foresta, che tenta di ricorrere ai guaritori tradizionali, diversi dei quali, contaminati a loro volta, hanno perso la loro vita, è vero che esorcizzano la paura dell'epidemia con strane storie tradizionali di streghe e sortilegi e sacrifici, che non sarebbero stati fatti, provocando la reazione delle streghe... ma LE AUTORITA' DOVE STANNO???
perché LI hanno, CI hanno abbandonati?
Eppure dei soldi per contrastare il morbo mortale stanno girando... in quali tasche di fermano? Qualche mese fa nell'allevamento di galline ovaiole dell'ENGIM nella nostra "farm", c'è stata una epidemia e il 75% degli animali (quasi 200 su 250) sono morti... mi pare che la situazione attuale sia analoga: che lascino morire la gente quasi come fossero galline! Scusate il contrasto, ma sono veramente angosciato e indignato! Da oltre 15 giorni non sfioro più una persona, non una stretta di mano, non una pacca sulle spalle o una paffutella sulla guancia, non una carezza... La chiesa è stata chiusa, in quarantena... da ieri anche qualche villaggio pare comincino a metterlo in quarantena... chissà che dopo tanti morti qualcosa cominci a smuoversi...
Lo scorso anno, durante questa ultima settimana di agosto, stavamo facendo le attività estive con i bambini; tempo di formazione, di condivisione, di festa e di gioia. E da lunedì scorso anche il tempo è cambiato e le piogge sono cessate o sono molto più rade. Sarebbe stato eccezionale!
Oggi invece di sentire gli schiamazzi festosi dei nostri bambini, aspettiamo ogni mattina il più aggiornato "bollettino di guerra" dal compound: "Quanti se ne sono andati ieri e stanotte?" Non resta che una preghiera "Signore, guarda quaggiù".