La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati

La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati
Il territorio della missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati, a nord della Guinea-Bissau e confinante con il Senegal.

26 aprile 2013

News from Bigene 4: marzo 2013




2 Marzo 2013 - Nuove evangelizzazioni, antiche schiavitù, forza dello Spirito
Giornate piene nella missione di Bigene. Ieri pomeriggio ho fatto la prima catechesi a Kapal, oggi pomeriggio la prima catechesi a Simbor Garandi. Con i 40 gradi che già abbiamo in quegli orari, tutto diventa più impegnativo. Ma le persone cercano la evangelizzazione, vengono puntuali e ben disposte, e questo mi muove verso di loro senza esitazione. Due bellissime catechesi: vien la voglia di ritornare presto! In questi nuovi villaggi che chiedono la evangelizzazione sarà possibile offrire una catechesi sistematica solo da ottobre, quando saremo tre suore e due sacerdoti a Bigene. Per ora, mi muovo io verso di loro, una volta al mese, come riesco.
Giornate di grandi soddisfazioni pastorali e anche di grandi delusioni e sofferenze.
A Ponta Nobo mi portano un mini-bimbo, di 20 giorni di vita. Una donna mi dice la sua preoccupazione perché il bambino non prende il latte materno da cinque giorni. Cerco di capire cosa è accaduto, mi reco alla casa della mamma, e scopro che la mamma ha avuto una paralisi al braccio sinistro. Forse è dovuto al post-parto. Sono sicuro che deve essere immediatamente portata al centro medico il prima possibile: sono già passati cinque giorni, e la paralisi potrebbe aumentare. Mi offro di condurre la giovane mamma a Baro, per una visita con l’infermiere, che probabilmente dirà di portarla subito nell’ospedale di Ingoré, dove presta servizio un dottore. Mi faccio i calcoli sugli orari necessari per andare e tornare in tempo per la prima catechesi di Kapal: è la prima, e non vorrei proprio rimandarla all’ultimo momento. Ci sto! Dico ai familiari di prepararsi, non si devono preoccupare di niente, devono solo venire subito con me. Anzi: gli dico che sono fortunati: l’ambulanza di Bigene è ferma da tre mesi, e quella di Baro da due mesi. Altre macchine, oltre alla mia e a quella delle suore, non esistono. Nonostante le mie parole, sostenute dal catechista Bernardo, vedo che nessuno si muove. Arriva il capofamiglia. Lui sta organizzando per andare con la giovane sposa (immagino che sia una sua nipote) in un villaggio lontano dove, dice lui, vi è un “curandero” molto bravo. Il curandero non è un medico, nemmeno un infermiere. È un praticante delle cure tradizionali. Che qualche volta, in qualche caso, porta dei giovamenti. Ma nella maggior parte dei casi, rovina le persone, salvandosi poi dicendo che l’ammalato non guarito da lui aveva degli spiriti malefici contro i quali nessuno può far niente. Qualcuno di voi ricorderà bene il caso del piccolo Maio (che, grazie a Dio e alle attenzioni delle suore, continua a riprendersi). E così la gente rimane imbrogliata, incarcerata in una cultura e mentalità che, per aprirsi alla novità della medicina, dovrà fare ancora un lungo percorso.
Inutile tentare di spiegare la necessità di una cura medica vera e indispensabile. Lo stesso giovane marito della donna non vuole il mio intervento. Bernardo mi consiglia di non insistere: non è la prima volta che le persone non si fidano delle “medicine dei bianchi”. Me ne vado con uno sconforto enorme. Passando per Baro chiedo all’infermiere di raggiungere questa famiglia, e di tentare nuovamente di convincere queste persone. Il bambino l’ho visto poco, non riesco a distinguere se sia già sottopeso. Ma cinque giorni che non prende il latte materno è una enormità. Ho visto, invece, quanto necessita di evangelizzazione la mia gente. Ancora una volta faccio l’esperienza di come l’annuncio di Cristo può salvare la persona. In un altro villaggio, dove i cristiani si fidano del bianco, mi avrebbero cercato loro per chiedere aiuto, e madre e figlio sarebbero arrivati rapidamente nelle mani di un dottore. A Ponta Nobo siamo ancora all’inizio. Istintivamente direi che non capiscono niente e vogliono continuare a non capire. Razionalmente penso che hanno bisogno di me, e di testimoni del Vangelo che siano più credibili delle mie deboli parole.
Le soddisfazioni?
Sono arrivato in ritardo alla catechesi a Saiam Balanta, questa mattina. 15 minuti di ritardo. Capita. Ma in questo villaggio sono tutti puntuali, e sanno che se io non lo sono, sto arrivando. Ci vuole una ora di strada da Bigene, e mi sono dovuto fermare a Baro, a dare una mano di conforto ai giovani volontari della Croce Rossa locale che aiutano nella formazione la propria popolazione. Arrivo di corsa e sapete cosa stanno facendo?
Prima di Natale mi avevano chiesto un regalo: un rosario. Una amica di Segezia mi aveva fornito di tanti rosari di plastica stampati, quelli che costano poco, fatti di plastica con uno spago bianco. I più semplici che ci sono in giro. Qui sono stati un dono grandissimo: li portano al collo, come segno della loro fede. Ne ho distribuiti un centinaio a Saiam Balanta. Bene, avete già capito. Stavano pregando con il rosario. Tutti. Giovani e anziani, bambini e adulti. Tutti.
Io non ho mai insegnato a loro come si recita il rosario; e, infatti, avevano una recita del rosario molto strana. Ma pregavano! Erano in preghiera, in mia attesa. Mi sono unito a loro in questa recita così strana, in cui alternavano il Padre Nostro con l’Ave Maria, o ogni tanto ci scappava un Gloria al Padre. Nessuno gli ha insegnato a recitare il rosario, ma vi posso dire? È stato uno dei rosari più belli della mia vita!
In questo villaggio, incontrato solo due anni fa, sto ritrovando qualcosa che mi sembra di capire dagli Atti del Apostoli: lo Spirito Santo che agisce anche prima del battesimo, e che già illumina i cuori di chi accoglie la testimonianza degli apostoli.
Cari amici: in Italia siete ancora nel tempo della Quaresima??? Qui siamo già nel tempo di Pasqua!!! Qui lo Spirito irrompe!
E domani Bigene si sposta in Senegal, al pellegrinaggio verso il santuario di Temento. Saremo in migliaia, provenienti da varie regioni del Senegal. A Saiam Balanta vanno a letto presto, questa sera. Domani mattina partiranno a piedi prima dell’alba, per arrivare al santuario a piedi. E dopo la grande celebrazione delle ore 10 ritorneranno a piedi alle loro casette. Ed io non ho detto niente… Ma lo vedete che lo Spirito Santo esiste veramente???

4 Marzo 2013 - Nei mesi di gennaio e febbraio 2013, presso il Centro di Recupero Nutrizionale della missione di Bigene, abbiamo aiutato 26 bambini denutriti, 58 bambini gemelli, 15 bambini orfani, per un totale di 99 bambini. Abbiamo aiutato anche 58 mamme in gravidanza e 40 mamme con difficoltà di allattamento, per un totale di 98 mamme. Le persone aiutate sono in tutto 197. Grazie a tutti gli amici che ci aiutano a aiutare.

10 Marzo 2013 - Un padre e due figli. Un padre saggio e due figli che vogliono vivere, come tutti i figli di questo mondo. Un padre misericordioso e due figli non misericordiosi: devono farsi le ossa. Due figli istintivi, dinamici, decisivi, e poco saggi. Il figlio più saggio è quello che sa riconoscere l'errore.
Il figlio meno saggio è quello che non sa riconoscere l'errore.
(Lc 15,11-32)

11 Marzo 2013 - Sono in esecuzione le schede delle adozioni scolastiche, anno 2012-13, operate verso i bambini delle scuole di Bigene. Non è un lavoro così semplice come potrebbe sembrare.... Domani conto di spedire le prime schede... Comprendo il mio ritardo, ma vi assicuro che sono veramente preso da tante operazioni missionarie, e non mi è facile seguire tutto. grazie a Dio, e a don Marco, tra un mese non sarò più solo.
12 Marzo 2013 - Vedo amici che dicono come deve essere il futuro Papa. Leggo cose simpatiche, altre superficiali. Come deve essere??? Come lo Spirito lo vuole e lo plasmerà! Io mi sento di ringraziare Dio per tutti i Papi che ho potuto conoscere: da Giovanni XXII, a Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. E prego. E vedrete che anche il prossimo Papa sarà il Pietro per la Chiesa e l'umanità.

13 Marzo 2013 - Meraviglioso il discorso del nuovo Papa, Francesco! Subito il saluto al Papa Emerito Benedetto XVI. Alla folla si è rivolto in modo molto caloroso, recitando insieme a tutti le preghiere Padre Nostro, Ave Maria e Gloria. Ha detto: "Prima che il Vescovo benedica il popolo, vi chiedo che il popolo chieda la benedizione al Signore per il suo Vescovo". Infine la benedizione con indulgenza plenaria. Domani si recherà a pregare la Beata Vergine Maria.


Una serata piena di segni profetici, un grande dono del Signore:
1. la Chiesa è universale, e mai, come oggi, lo stiamo provando. la sua universalità è iniziata dal "grande mandato" di Cristo.
2. il nome, Francesco, che dice a tutti cosa è essenziale alla fede, senza confonderci negli schemi del mondo (San Paolo).
3. la richiesta di preghiera da parte dei fedeli, e il suo inchino per accogliere la nostra preghiera, prima di donarci la sua prima benedizione.
Benvenuto Francesco I. Che il Signore ti benedica, e benedici questo povero missionario, e questa povera gente di Bigene. Abbiamo bisogno della tua benedizione prima di tante altre cose. Vado a riposare nella pace: non vedo l'ora di leggere le tue omelie e le tue catechesi. mi hai già toccato il cuore, e ti voglio bene.

14 Marzo 2013 - E sapete che cosa fa il Papa, prima di ogni altra cosa? Va a pregare, va a chiedere aiuto e forza al Signore, per intercessione di Maria.

Tutti i bambini del mondo sono belli. Tutti tutti. Ma quelli di Bigene.....
Sto preparando le schede delle adozioni, per informare gli amici che aiutano i nostri bambini. I nostri bellissimi bambini: guarda Samira quanto è bella!!!!!


15 Marzo 2013 - Ho celebrato con tanta gioia la S. Messa, assieme ai miei fedeli di Bigene. Ho descritto la universalità della Chiesa che, ancora una volta, con un Papa argentino, dimostra di rispondere al "grande mandato" di Gesù Cristo.
Ho descritto la scelta del nome, e la richiesta di preghiera di Francesco I. Tutti mi seguivano con attenzione.
Poi, dopo la consacrazione, ho compiuto un errore: ho nominato il Papa Benedetto .... Me ne sono accorto. Ho nominato subito il Papa Francesco. Mi è salito un nodo alla gola. Siamo tutti contenti di Francesco I che ci siamo già dimenticati di Benedetto XVI ???? Non so cosa hanno percepito i presenti, ma ci sono stati alcuni secondi di profondo silenzio. Non riuscivo a proseguire. Al Signore presente davanti a me, nel Sacramento dell'Eucaristia, ho detto grazie per Benedetto, e grazie per Francesco. Grazie, Signore, per la Chiesa e i suoi Papi. Grazie per Francesco, che già amo con cuore filiale e devoto. Ma vorrei ancora rivedere, qualche volta, anche Benedetto. Mi ha insegnato la fede!

Tanti "mi piace" verso Francesco I, verso i suoi primi gesti da Papa, verso i suoi gesti da cardinale. tante approvazioni. Anche a me piace. E tanto.
Aspetto con impazienza la celebrazione di martedì prossimo, inizio del pontificato, per leggere il suo primo vero discorso. E aspetto poi la sua prima enciclica, che normalmente indica un programma di pontificato. Sperando che i "mi piace" possano continuare da parte di tutti, verso la sostanza di quanto ci dirà per irrobustire la nostra fede. Lasciamo che le iniziali note positive possano entrare nella realtà della nostra vita, senza fermarci alla superfice. perché, diciamolo, siamo tanto superficiali.... Il Papa è un grandissimo innamorato di Cristo. Se ci piace veramente, impariamo anche noi a innamorarci di Cristo. Non lasciar perdere questa occasione.

15 Marzo 2013 - Mi è ritornata davanti agli occhi..... e la condivido..... perché le cose belle, sono belle!!!!

Vestito di rosso è il mio amico Amadù, che è molto attratto dalla mia croce; vestito ... di niente è Lukas (appena nato, alla evangelizzazione avevo letto un brano dell'evangelista Luca, e la mamma ha deciso il nome!), attratto da tutto e da tutti. In mezzo: un missionario felice! sto imparando a prenderli a due a due, e pare che mi riesce bene.... sullo specchietto retrovisore è suor Ausiliadora, che assiste divertita al bene che mi vuole la mia gente.
villaggio di Liman, 3 luglio 2011


15 Marzo 2013 - Questa è bella!!!! Con tutta l'attenzione che sto vivendo verso Francesco I, mi sono dimenticato di dirvi una cosa importante.... 16. sedici. sedicesimo. Il giorno che hanno fatto Francesco I, è nato anche Ivo 16.
che vi devo dire? ho esaurito le mie parole.....

16 Marzo 2013 - Tra tutti i miei simpatici amici, ne ho uno che è speciale, e che ammiro profondamente. E' Gabelo Murillo. Perché? Perché è un salesiano del Centro America, vive ancora in mezzo ai giovani pur avendo la sua bella età, e perché un sacco di giovani gli vogliono bene e lo stimano. Gli ho chiesto che cosa ne pensa di Francesco I. Ecco la risposta:
"Tutta l'América é piena de gioia... sopra tutto i nostri paesi poveri di Centro América.... Due mila anni aspettando per godere cosí come adesso.... É uno dei nostri.... parla la nostra lingua materna.... mangia le nostre friture..... É UN CHÉ DIVINO caduto dal cielo ma dal fine del mondo e coterraneo nostro... Mi piace che abbia sangue dal Piamonte di Don Bosco..... é gran amico dei salesiani evangelizzatori del Argentina e gran devoto della Auxiliatrice....".
Grande!!! Come tutti i salesiani!!!! Ma questo di più!!!!

20 Marzo 2013 - Ieri Papa Francesco durante il suo giro di saluti in Piazza San Pietro è sceso dalla papamobile per andare ad abbracciare un signore che non aveva possibilità di reggersi in piedi e che per vedere il Papa aveva bisogno di essere sorretto da amici e familiari. Papa Francesco è venuto subito da lui e lo ha abbracciato e baciato sulla fronte, suscitando un'incredibile gioia in tutti. Un gesto che ci ha toccato e commosso profondamente.


22 Marzo 2013 - Vi ringrazio dei tantissimi auguri ricevuti (più di 400). ricambio con questi auguri ricevuti di persona, dai bambini della scuola della missione. sono stati i più calorosi: fatti con il canto, con un fiore, un biglietto e anche un regalo (una bella tovaglia africana). grazie a Suor Merione: è di spalle, perché corre sempre, attenta e premurosa per i 250 bambini della scuola. grazie a ognuno di voi: avete usato un poco del vostro tempo per scrivermi, ben sapendo che non vi posso rispondere. siete un segno dell'amore di Dio verso questo piccolo missionario. che il Signore vi benedica tutti.


24 Marzo 2013 - Domenica delle Palme - Quando il lettore ha acclamato la morte di Gesù, mi sono messo in ginocchio. Come fanno tutti i sacerdoti che celebrano questa Santa giornata delle Palme.
Non so perché: forse ero stanco, e ho trovato una posizione buona, e mi sono fermato in ginocchio più del previsto. Poi ho alzato gli occhi sopra l’altare, percepivo qualcosa di grande: tutta la mia gente era in ginocchio. Tutti! Anche i bambini. Dovete sapere che nella chiesa di Bigene non ci sono inginocchiatoi. Vi sono solo delle semplici panche su cui sedersi, ma sono strette, vi è pochissimo spazio per piegarsi in ginocchio. Tutti in ginocchio, anche i fedeli che non avevano trovato spazio dentro la chiesa, ormai insufficiente per le grandi celebrazioni: anche loro erano in ginocchio, fuori delle porte e delle finestre.
In un attimo ho pensato che i miei cristiani di Bigene sono più bravi dei cristiani con i quali, in passato, ho condiviso la mia vita di fede.
Ma ho sbagliato pensiero!
Non dimentico i miei bravi paesani di Cervarese S. Croce, che hanno avuto una pazienza enorme verso di me, e mi hanno cresciuto nelle loro preghiere. Non dimentico i cari fedeli di Massa della Lucania, con i quali ho condiviso i primi anni di sacerdozio, anni di gioia e amicizia. Tanta.
Non dimentico i fedeli di Segezia: con loro sono cresciuto nella carità e nella evangelizzazione.
Non dimentico i fedeli di San Ciro, anche se breve è stata la nostra condivisione.
Vi ho presentati tutti sull’altare dell’Eucaristia. Quasi a chiedervi perdono se ho avuto un breve pensiero di dimenticanza verso di voi. Siete comunità benedette dal Signore!
Ma questi cristiani di Bigene…. Tutti in ginocchio, in profondo silenzio….
E pensare che solo da 20 anni, da quando sono arrivate le suore Oblate, hanno iniziato a pregare. Ed io sono solo il loro primo parroco.
Grazie Signore. Una fede piccola, povera, semplice, piena di errori e di non conoscenze. Una bella fede. Benedici, mio Signore!!!
Tutti.

24 Marzo 2013 - Cari amici e amiche che siete miei amici..... ecco a voi....... ecco il mio regalo per voi. Proprio per tutti voi!
Non è stato semplice e facile, ma c'è. Sarà aggiornato da miei amici in Italia, e c'è spazio per tutti voi, se volete.
Ecco i MISSIONARI DI BIGENE. www.missionaridibigene.it.

Regalo da leggere, per conoscere, pensare, agire. C'è spazio per tutti. E grazie di aver sudato con me.... Vi voglio bene!!!! Don Ivo e tutti i Missionari di Bigene!


25 Marzo 2013 - Agli amici cristiani che desiderano aiutarci: il primo aiuto di cui necessitiamo è la preghiera. Perché senza la forza dello Spirito Santo, la nostra missione sarebbe solo una azione umanitaria. Se ci vuoi aiutare, vai alla pagina "preghiamo insieme", metti i tuoi dati, e sarai inserito in un calendario di preghiera per questa missione.
http://www.missionaridibigene.it/preghiamo-insieme.html
Ti ringrazio già da adesso, se lo puoi fare. don Ivo.

26 Marzo 2013 - Nhalowi non è un bambino con gli spiriti. E' un bambino simpaticissimo e affettuoso che ha dei ritardi motori e comunicativi, ma non ha gli spiriti. Nella cultura della Guinea-Bissau, quando un bambino ha delle malattie non conosciute, si dice che è un "bambino iran" (un bambino ammalato perché è posseduto dagli spiriti del male). Nhalowi ha 22 mesi, non parla e non cammina, e così i "capi" della sua famiglia hanno deciso di abbandonarlo, perché dicono che è iran. Significa, nella migliore delle ipotesi, non dargli da mangiare, non guardarlo più. Ma la mamma, che frequenta la catechesi che le suore guidano nel villaggio vicino al suo, ha deciso che non è così. Il suo bambino non ha gli spiriti del male, perché è suo figlio. E' venuta a chiedere aiuto al Centro Nutrizionale, e abbiamo organizzato il viaggio fino alla clinica di Bor. I medici hanno visitato il nostro piccolo amico e lo hanno ricoverato: vitamine e fisioterapia gli daranno forza e aiuto per le sue gambe deboli. Il bambino, anche se non parla, comunica con i suoi occhi e i suoi sorrisi. Anche negli occhi sarà necessario un piccolo aiuto (un piccolo intervento, quando sarà possibile). Voglio farvi vedere questa mamma meravigliosa, che non stacca mai il suo sguardo dal suo bimbo: lo sta salvando. Andando contro la cultura locale, e illuminata dalla catechesi che riceve, è una donna esemplare che io ammiro. E a te, piccolo caro amico: coraggio, prendi bene le vitamine e muovi le tue piccole gambe deboli. Ce la devi fare!!!!


28 Marzo 2013 - Oggi è la nostra giornata: il GIOVEDI' SANTO è la giornata dei sacerdoti. Auguri a tutti i miei amici sacerdoti, ai miei Vescovi, al Papa Francesco e al Papa Benedetto.

30 Marzo 2013 - “Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti!”
Papa Francesco, omelia della domenica delle Palme, San Pietro, 24 marzo 2013

Buona Pasqua, con gioia.
Don Ivo Cavraro, missione di Bigene (Guinea-Bissau)
Vi faccio un regalo: il sito dei “Missionari di Bigene”. www.missionaridibigene.it: i progetti, la preghiera da condividere, le news dalla missione. Tutto per voi. Rimaniamo uniti, ciao!

31 Marzo 2013 - Vita e morte si sono incrociate.
Così la liturgia pasquale ci richiama alla misteriosa lotta tra la vita e la morte. Pasqua è il giorno della vita. Vita nuova. Per tutti. Anche per il mio amico Patron. Il nome non mi pace: “patron” significa “padrone”. Ricordi di un recente passato in cui i bianchi erano chiamati “padroni”. Quasi per reazione, hanno messo a lui il nome dei bianchi, come per dire che, adesso, sei tu che comandi.
E Patron comandava tutti per il suo sorriso: un volto pulito, sempre sereno, direi un volto puro. Le uniche volte che vedevo il suo volto farsi scuro era quando rimproverava le donne che facevano rumore, durante la catechesi. Lui doveva ascoltare! Ma anche allora, lo faceva con un volto pieno di sana preoccupazione. Che bel volto quello di Patron. Il suo sorriso, sempre evidente e pronto per tutti, sarà difficile da dimenticare. Posso dire che Patron è una delle persone più “belle” della missione. Fino a ieri.
Era andato nel pomeriggio a raccogliere il vino di palma sulle palme del bosco, come tante volte ha fatto nella sua vita, nel villaggio di Djambam. Era uno degli anziani del villaggio, e il più anziano della comunità cristiana. Sempre presente alle catechesi. Sempre. E sempre sorridente. Una volta non l’ho trovato. Chiedo e mi dicono che sicuramente arriva. Io lo aspetto: non posso iniziare senza di lui. E lui arriva quasi di corsa, dal bosco, e corre a lavarsi e cambiarsi i vestiti: alla catechesi si viene ben puliti e in ordine! Per me aveva una attenzione speciale. Eravamo amici veri. Non mi ha mai chiesto nulla, ma mi ha sempre donato il sorriso e la gioia di stare assieme. Che bella persona. Pronta a salire sulle palme e pronta a fermarsi per dialogare. Fino a ieri.
Ieri è andato nel bosco, come tante altre volte, per salire sulle sue palme. Ma ieri non è tornato a casa. Con il buio i suoi fratelli si sono preoccupati, e sono andati a cercarlo. E lo hanno trovato. Sconfitto dal dolore, ma ancora lucido. È caduto dalla palma e si è rotto la colonna vertebrale. Impossibile tentare qualcosa. Questa mattina, giorno di Pasqua, ha salutato questo mondo, dopo terribili dolori.
Ho pregato molto volentieri per il mio amico Patron, oggi pomeriggio, prima della sua sepoltura. Se una persona merita di entrare nella pace dei giusti, è proprio lui. Quando il suo corpo scivolava dentro la buca preparata, ho visto molti occhi di tanti uomini anziani con le lacrime. Un uomo anziano non piange mai, questa cultura educa diversamente. Ma per Patron, per i suoi veri e generosi sorrisi che ora non potremo più godere, anche noi anziani non riusciamo a bloccare le nostre lacrime.
Grazie Patron. Adesso che sei con il Signore della Vita, sorridimi da lassù, e aiutami a fare il bravo.
Don Ivo, missione di Bigene, 31 marzo 2013, Pasqua del Signore.

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