DIARIO DI UN MESE SPECIALE
L’ ANTEFATTO!
Aprile 2013 –
Mi chiamo Francesca Brotzu, sono nata 62 anni fa nell’isola più bella ed affascinante del mondo: la Sardegna, dove ho vissuto per 28 anni. Avevo circa 16 anni, ero molto vivace e chiacchierona (so che vi riesce difficile crederci!!!) e come tutte le ragazze della mia età...sognavo!!! Sognavo di diventare medico, di incontrare il mio Principe azzurro… medico anche lui!! Sognavo un principe dal camice bianco e il cuore generoso, con cui dedicare la vita ai bimbi denutriti e agli ammalati (pensavo in particolare ai lebbrosi dell'Africa… forse un po’ condizionata da alcuni bellissimi film dell'epoca!!) Ma il Signore, che tutto sa e ci ama infinitamente, aveva altri progetti per me. Ha permesso che lasciassi la mia amata Sardegna per seguire il marito foggiano e che, 2 anni dopo, ricevessi il dono più grande che Lui aveva in serbo per me: il mio meraviglioso figlio Enzo! Nel 1986 ho iniziato, insieme a mio marito, il cammino di crescita spirituale nel Rinnovamento nello Spirito, che rappresenta tuttora la mia seconda famiglia!
Con l’aiuto di Dio ho vissuto una vita piena e ricca di soddisfazioni (anche di dolori, certo, ma anch'essi fanno parte della vita) in famiglia e nel lavoro, non sono diventata medico, ma insegnante elementare e ho insegnato felicemente e con passione, per più di 35 anni. A Foggia e al Gruppo Maria del RnS, circa 23 anni fa, è arrivato un sacerdote speciale, anch'egli del RnS, DON IVONE CAVRARO. Siamo diventati amici e abbiamo condiviso tante esperienze umane e spirituali. Oh, quante meraviglie ha compiuto il Signore nel corso di questi anni, servendosi di lui!... 5 anni fa Don Ivone ha deciso di lasciare le comodità dell’Italia per dedicarsi totalmente ai fratelli meno fortunati. Da quando è partito, ho seguito tutti i momenti della sua missione, e quest’anno ho deciso di dimenticare le mie piccole paure (malaria, serpenti…) per andare a vedere di persona, con la certezza interiore che tornerò in Italia “diversa”, più ricca spiritualmente e umanamente. Certo sentir parlare di Africa e di fratelli bisognosi è un conto, conoscerli e condividere la loro esistenza, seppure per poco tempo, è tutt’altra cosa! Oggi, dopo circa 45 anni da quando sognavo il Principe Azzurro col camice bianco... solo ora LUI, il mio Gesù, ha deciso di realizzare il mio sogno...seppure in misura più adatta alla mia attuale età… senza principe azzurro, ma con tanta esperienza e consapevolezza in più!! Martedì partirò per la Guinea-Bissau, insieme alla "principessa col camice bianco”, la mia amica dottoressa M. Antonietta Basta, questo passa il convento e… chi si accontenta gode!!! Andrò a raggiungere Don Ivo col quale desidero condividere questa esperienza...anche se solo per un mesetto... ma poi, chissà!!! Io sono felice, emozionata, sicura di andare lì non solo per mia decisione ma per seguire la voce di Colui che, amandomi alla follia, realizza tutti i miei sogni... secondo il Suo cuore i Suoi tempi che spesso sono tanto distanti dai nostri!! Ieri, all'incontro di preghiera, i fratelli del mio Gruppo “Gesù Luce” hanno pregato per me e mi sono commossa, soprattutto sentendo il brano del profeta Isaia 49,3 e seg. che il Signore ha voluto donarmi!! So che non vado da sola, ma sono "mandata" e porterò con me tutti i fratelli e le sorelle che amano Gesù, Don Ivone e i fratelli più sfortunati per i quali lui sta spendendo la sua vita!!
GRAZIE, SIGNORE, PER QUESTA NUOVA TAPPA DELLA MIA VITA!!! IO VADO!!!
Non so cosa aspettarmi, so solo che il mio cuore è pronto ad accogliere tutto ciò che Tu vorrai fare in me e attraverso di me, ormai GRANDETTA e ACCIACCATELLA ma sempre vivace, chiacchierona e sognatrice come quando avevo 17 anni!!
INIZIA L’AVVENTURA AFRICANA
9 aprile 2013
Il giorno della partenza il suono della sveglia, nel cuore della notte, le 6,00, mi trova già in piedi!! Ho dormito pochissimo per l’eccitazione di affrontare un’avventura che sicuramente il Signore aveva preparato per me da sempre!!! Eh sì, un mese da trascorrere nella missione di Bigene, in Guinea-Bissau, dove Don Ivone mi aspettava! Con me sono venuti anche M. Antonietta , Gaetano e un amico speciale, Don Marco Camiletti che ha fatto il biglietto di sola andata! Il Signore, infatti, lo ha chiamato ad un compito davvero speciale: affiancare Don Ivone nella cura di una delle vigne più povere e perciò più care al Suo cuore! La mamma e il papà di don Marco lo hanno accompagnato all’aeroporto e nei loro occhi ho letto, insieme al dispiacere del distacco, l’orgoglio di avere un figlio così coraggioso e capace di dire SÌ a una chiamata tanto impegnativa!!
L’aereo è decollato in perfetto orario e fra letture, preghiere, sonnellini e spuntini, sono passate ben 14 ore (9 di volo e 5 di soste). Grazie a Dio tutto è filato liscio e finalmente è iniziata la grande avventura africana!!!
Sono quasi le 6,00 quando finalmente incontro il mio amico-fratellone che ci accoglie con gioia e addirittura regala a me e a M. Antonietta una bellissima collana artigianale africana, fatta di semi e legno. E’ un pensiero meraviglioso!! Con Don Ivone è venuta ad accoglierci anche Giusi, una signora foggiana che venne in Guinea-Bissau insieme a lui, circa 5 anni fa, lasciando le comodità del mondo occidentale per servire il Signore ed i fratelli più sfortunati. Da allora lavora nella Curia di Bissau, dove arriviamo verso le 7,00, dopo aver percorso l’unico tratto di strada asfaltata ed illuminata della Guinea-Bissau. Troviamo ad accoglierci il Vescovo Dom Josè Cammate, P. Giancarlo, un altro missionario italiano che lavora vicino alla capitale, qualche altro sacerdote e… un invitante e ristoratore caffè italiano che, insieme a una porzione, o due… dell’ottima “torta di rose” che ci ha regalato Mara prima di partire, e al latte (in polvere, naturalmente, perché è l’unico disponibile qui), costituisce la nostra prima colazione africana. Quanto mi piace questo Vescovo, si trattiene a fare colazione con noi, ci serve il caffè e chiacchiera amabilmente in Italiano, lingua che parla fluentemente!!! Più tardi lo incontriamo nel suo studio, dove ci racconta della situazione attuale della Guinea-Bissau e condivide con noi le sue preoccupazioni ed aspettative di Pastore in una terra così provata (che è la sua terra!!). Ci parla delle priorità degli interventi educativi e delle difficoltà di attuazione dovute soprattutto all’analfabetismo che, se nella capitale e nelle cittadine più grandi è tuttora presente, nei villaggi intorno a Bigene interessa la quasi totalità della popolazione. Sottolinea il suo desiderio di formare, oltre ai singoli catechisti, “famiglie catechiste” per poter meglio penetrare in ogni strato del tessuto sociale. Si dice felicissimo dell’arrivo di Don Marco che definisce una “bombola di ossigeno” in questa realtà boccheggiante e una valida compagnia per P. Ivo (così tutti lo chiamano qui) che finalmente dormirà sonni più tranquilli, non essendo più solo! P. Ivo lo invita alla festa per il 3° anniversario della Parrocchia Sacro Cuore di Bigene e lui promette che sarà presente la domenica successiva!
P. Ivo e Don Marco concelebrano la S. Messa nella bellissima cappellina della Curia e verso le 9,30 andiamo a visitare le grandi opere della Chiesa cattolica in questa terra e la prima tappa è Cumura: l’Ospedale-Lebbrosario!
Questo ospedale, fondato da Mons. Settimio Ferrazzetta, è tuttora sostenuto dalla Chiesa Cattolica e dall’associazione Raul Follerau. Esso era, in origine, solo un lebbrosario, ma oggi accoglie anche, in diverse ali della costruzione, i malati di AIDS e quelli che soffrono di Tubercolosi! È sconvolgente l’incontro con alcuni lebbrosi, soprattutto perché, nel nostro mondo, la lebbra è considerata una malattia ormai debellata. Purtroppo, invece, constatiamo che esiste ancora, ed è causata da un’alimentazione totalmente inadeguata e carente degli elementi essenziali al buon funzionamento dell’organismo umano, e da un’igiene spesso completamente sconosciuta quindi assente. Parliamo con un signore seduto su una sedia a rotelle perché ormai privo della maggior parte di un piede, di alcune dita dell’altro e delle dita delle mani…
Accanto a lui c’è Seni, un bimbo di circa 5 anni, vicino alla sua mamma, una donna coraggiosa che, sfidando le usanze della sua gente, ha deciso di non portare il figlio dal “curandero”, ma si è fidata della medicina dei bianchi e l’ha ricoverato qui ai primi sintomi della malattia (macchie bianche sulla pelle).
La lebbra, se in terapia, non è contagiosa e, se presa al primo manifestarsi dei sintomi, è perfettamente curabile quindi Seni guarirà completamente!
Chiediamo il permesso di fare qualche foto, poi salutiamo e andiamo via. Vediamo dall’esterno la palazzina dove vengono curati gli ammalati di tubercolosi, malattia contagiosa e diffusissima, causata dall’eccessiva umidità delle capanne che sono anche mal areate e quindi malsane e dalla brutta abitudine di sputare sempre e dovunque, comune a uomini e donne. Anche gli ammalati di AIDS sono tantissimi, grandi e piccini, ma qui a Cumura, vengono curati gratuitamente e amorevolmente da medici preparati (pochi ed estremamente generosi) e da Suor Valeria che, con altri operatori, vive ed opera qui da tanti anni. La salutiamo di corsa (è tanto indaffarata) e riprendiamo il nostro cammino.
Arriviamo all’Ospedale Pediatrico di Bor, dove conosciamo il Dottor Dionisio, medico africano che ha studiato a Padova, che chiede a M. Antonietta di fare l’ecografia a due donne incinte che hanno qualche problema. BOR è un altro fiore all’occhiello della Chiesa cattolica, qui vengono curati i bambini provenienti da ogni parte della Guinea-Bissau e noi incontriamo, in una stanza, il piccolo Nahui, il bimbo di cui tempo fa ci parlò P. Ivo, perché, essendo nato con qualche problema (ritardo di deambulazione e di linguaggio), è stato rifiutato dalla famiglia. Si pensa che se un bimbo nasce malato esso è inviso agli spiriti e quindi da allontanare. L’unica ad averlo accettato con amore è la sua mamma che, coraggiosamente, si è opposta al desiderio del marito di abbandonarlo e lo sta aiutando in tutti i modi, confortata e sostenuta da P. Ivo. Notiamo con gioia che il bimbo comincia a camminare spingendo una sedia che gli fa da girello… ride ed è così carino! Come si fa a pensare che in lui dimori uno spirito cattivo???
Padre Ivo chiede di incontrare la segretaria della clinica e, una volta accomodati in ufficio, compila un assegno di 1200 €, soldi donati dagli amici italiani che sostengono, con le loro offerte, i progetti che scelgono fra quelli che P. Ivo ritiene di volta in volta prioritari.
Risaliamo sul fuoristrada che, dopo un breve percorso, si ferma di fronte a una bella costruzione, dove leggiamo:
CASA DI ACCOGLIENZA – BAMBARAN
scritto con lettere grandi e colorate!!
Il “Bambaran” è il rettangolo di stoffa con cui le mamme legano i figli alla loro schiena.
È un orfanotrofio e subito incontriamo tanti bellissimi bambini che, scopriamo dai racconti di P. Ivo, sono stati abbandonati dai genitori perché malati e quindi posseduti dagli spiriti cattivi, (come Nahui…) oppure orfani. Conosciamo solo gli ospiti più piccoli perché i grandetti sono a scuola. Che commozione invade il nostro cuore nel vedere queste braccine protese verso di noi, nella speranza di ricevere una carezza, un abbraccio, una coccola… un po’ di quell’amore che è stato loro negato da una sorte troppo crudele!!!
MA NON DOVREBBE ESSERE UN DIRITTO DI OGNI BAMBINO QUELLO DI ESSERE AMATO?
Prendo in braccio una bimba bellissima e affettuosissima, poi un maschietto con la faccina furbetta, tutti noi li coccoliamo un po’ e ci chiniamo ad accarezzare anche i più piccoli che stanno coricati su un materassino e giocano sotto lo sguardo amorevole di una signora italiana che, col marito, ha lasciato l’Italia chiedendo un anno sabatico al datore di lavoro, per dedicarsi totalmente a queste creature. Che esempio di altruismo!! Scattiamo tante foto e andiamo via, ma il mio cuore è triste, vorrei portarmeli via tutti!!!
Torniamo in Curia e pranziamo insieme a Dom José, a Giusi e a tutti i sacerdoti che solitamente dormono e mangiano lì.
Dopo pranzo riposiamo un po’, abbiamo tanto sonno arretrato e una grande stanchezza, ma siamo felicissimi di essere qui!!! Nel pomeriggio, con la nostra preparatissima e paziente guida P. Ivo, facciamo un giro a Bissau, andiamo a visitare la Cattedrale e infine, col vescovo e Giusi, andiamo a cena dalle suore, a N’ Dame, dove ci aspetta la pizza e altre cose buone preparate con amore da Suor Rosa, Suor Ausiliadora, Suor Marisa e Suor Irene. Incredibile!!! C’è un televisore, l’unico che vediamo qui in Guinea-Bissau, ma praticamente non si vede niente… finché Gaetano, bravissimo, riesce a farlo funzionare e così gli uomini, durante la cena, riescono a vedere un po’ di una importante partita di calcio… Torniamo in Curia dove, appena poggiata la testa sul cuscino, cado in un profondo sonno ristoratore.
11 aprile 2013
Mi alzo riposata e felice, con M. Antonietta ci prepariamo e facciamo colazione col vescovo e gli altri ospiti e, dopo aver fatto qualche foto-ricordo con Dom José, ripartiamo alla volta di Bigene.
Ora capisco ciò che P. Ivo ci diceva: per percorrere 10 Km si impiega più di un’ora!! Dopo un paio di Km, infatti, l’asfalto finisce e comincia la “strada” che è in realtà un susseguirsi di buche e dislivelli… e se per caso si incontra una delle rarissime auto della zona… quanta polvere si ingoia!!! (quando non piove, naturalmente, perché in quei mesi non ci si può proprio avventurare).
Durante il viaggio facciamo una sosta per ammirare il Ponte costruito dalla Comunità Europea nel 2009 e che, maestoso ed elegante, consente di attraversare il grande fiume (in realtà, è formato dall’acqua del mare che penetra formando questo fiume e rende meraviglioso il paesaggio) senza dover attendere le barche che, fino a qualche anno fa, erano l’unico mezzo per poter arrivare dall’altra parte, con un viaggio che durava, se tutto andava bene, un giorno intero.
Qui vediamo per la prima volta alcuni avvoltoi, sono proprio brutti ma sono utilissimi perché liberano dalla presenza di carogne che potrebbero causare malattie anche gravi. Notiamo un mucchio di rifiuti che biancheggiano accanto a una baracchina dove un paio di persone siedono con l’aria di vendere qualcosa. Ci avviciniamo e scopriamo che la loro mercanzia è costituita da ostriche e quel mucchio di rifiuti altro non è che le valve delle ostriche consumate dagli avventori.
Più tardi ci fermiamo nel villaggio di Baro, dove pochi giorni fa è morto un catechista molto caro al nostro amico missionario che si avvicina ai familiari del defunto e, dopo averci presentati, chiede di poter fare una preghiera sulla tomba del suo amico Luberu. Io resto un po’ sconcertata nel constatare che la tomba di Luberu, altro non è che un buco profondo nella terra, accanto alla capanna dove ha sempre vissuto. Qui, infatti, non esistono i cimiteri, in quanto si pensa che il defunto non lascia la sua abitazione ma, essendo sepolto praticamente in casa, continua a vivere con i suoi cari. Salutiamo le sue due mogli, di cui una incinta, e gli altri familiari, poi riprendiamo il cammino per fermarci, qualche Km dopo, a Liman, un altro villaggio dove, per la prima di innumerevoli volte, sento i canti di benvenuto di decine di bimbi. Quanti sono??!! Da noi si vedono solo anziani, qui soprattutto bimbi che, non appena sentono il motore della macchina del loro amico bianco, corrono cantando OOOO ALLELEEEEE!!!.. Che spettacolo, sono sporchissimi perché vivono, giocano, mangiano fuori casa, nella terra… ma tanto belli e allegri! Non hanno giocattoli, ma si divertono comunque E NON SI ANNOIANO MAI! Ci viene incontro il capo-villaggio e ci accompagna in chiesa (in realtà della chiesa ci sono solo i muri esterni e il tetto, ma fra non molto sarà completata). Essa è stata costruita con i soldi raccolti da don Marco due anni fa nel Seminario diocesano di Foggia. Seminaristi, genitori, insegnanti, sacerdoti, hanno contribuito alla realizzazione di questa importante costruzione! E qui è successo un fatto davvero simpatico: P. Ivo saluta tutti, presenta loro Don Marco e noi, i suoi amici italiani, e facciamo un momento di preghiera comunitaria. Subito dopo, si avvicina la moglie del capo-villaggio che ha in braccio un neonato di circa 10 giorni, avvolto in una copertina azzurra. Lo mette fra le braccia del loro amico missionario che chiede loro: «Come si chiama??» Risponde il papà. «Non ha ancora un nome!» P. Ivo propone di trovargli un nome, e guardandomi, (forse perché sto facendo sorrisi e smorfie al piccino da mezz’ora) il capo-villaggio dice che vorrebbero chiamarlo come me. P. Ivo si mostra contento della scelta e aggiunge: «Sapete che anche l’“Uomo grande della chiesa cattolica”, il Papa, si chiama Francesco? Papa Francesco! Dunque Francesco è davvero un bel nome!» A questo punto il padre afferma con convinzione: «Perfetto, mio figlio si chiamerà PAPA FRANCESCO!!!»
No, non avete capito male, il bimbo si chiama davvero Papa Francesco! Pensate, esistono al mondo due Papa Francesco!!! Siamo un po’ dispiaciuti perché il piccolo ha qualche problema di salute che però M. Antonietta risolverà con un po’ di antibiotico e della pomata! Andiamo via seguiti dai cori dei variopinti bambini che continuano a cantare OOO ALLELEEEEEEEE..
Dopo un’altra oretta di scossoni ed esclamazioni di stupore e ammirazione di fronte al panorama selvaggio e bellissimo che ci circonda, arriviamo a Bigene e, finalmente, a casa Foggia! Abbiamo appena il tempo necessario per lavarci e prepararci perché c’è la S. Messa di ringraziamento per il 3° anniversario dell’inaugurazione della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù, la prima di Bigene, il cui parroco è il nostro P. Ivo!
Che Celebrazione sentita e partecipata! Canti ritmati, danze e tanta attenzione da parte dei tantissimi partecipanti! P. Ivo presenta ai parrocchiani Don Marco, che è già stato qui un paio d’anni fa, e spiega che ora è venuto per restarci ed affiancarlo nel suo lavoro. Viene accolto con applausi calorosi e poi veniamo presentati anche noi: M. Antonietta, Gaetano ed io, gli amici italiani. Che gioia e che emozione!!!
Dopo la messa rientriamo a casa con le torce accese perché qui, e ora capisco cosa significa, non esiste la corrente elettrica e c’è il buio più profondo che si possa immaginare. Ma è stupendo!!! Il cielo stellato è vicinissimo… mi sembra di poter toccare le stelle con la mano!.. Oh, che spettacolo!!! Come si può dubitare dell’esistenza di Dio?? Siamo tanto stanchi e dopo aver cenato, ci infiliamo sotto le lenzuola…(in verità sopra le lenzuola perché ci sono 30 gradi a quest’ora…) e sotto la zanzariera che ci proteggerà, per tutta la permanenza a Bigene, dalle zanzare e da altri eventuali ospiti… indesiderati!!!
Sabato 13 aprile 2013
Buongiornooooooooooo Bon diaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!! Ma cosa succede? Chi è che osa svegliarmi nel cuore della notte??? Ah, già, sono in Africa! E’ Don Ivo che allegramente ci ricorda che alle 6,30 dobbiamo andare dalle suore per celebrare con loro, nella loro bellissima quanto semplice cappellina, la Santa Messa! Abbiamo già conosciuto suor Nella, tarantina, e suor Merione, brasiliana, che, come quelle che vivono a N’Dame, appartengono alle Suore Oblate, quelle che hanno il “Piccolo Seminario” a Foggia, le “Suore Bianche”. E’ molto bello vivere con loro il momento più importante di ogni giornata! Dopo la messa le suore ci offrono un’ottima colazione a base di latte in polvere, caffè italiano, pane e marmellata casalinga fatta da suor Ausiliadora a N’Dame (io non mangiavo mai marmellata, ma ho assaggiato quella di cadjù e… mai l’avessi fatto… per l’ennesima volta dico addio al mio proposito di dimagrire!!!)
Dopo colazione torniamo a casa per lavarci e prepararci a una nuova fantastica avventura!!!
Alle 9.00 siamo già sulla macchina, diretti a SAIAM BALANTA, un villaggio dove P. Ivo si reca settimanalmente per la catechesi, e che dista circa … un’ora di salti e sballottamenti! Ci accorgiamo di essere arrivati, dal ritornello che sta già diventando familiare, con cui veniamo accolti da decine di bambini allegri e bellissimi… Oooooo alleleeee…
Una moltitudine variopinta di adulti, giovani e bambini e pochi vecchi (ma forse hanno la mia età!!) ci aspetta con espressione un po’ curiosa e un po’ felice!! P. Ivo non delude le aspettative dei suoi fans più piccoli e li fa divertire con il famoso tormentone che ormai tutto il mondo conosce!!!
Riesce a far cantare e ballare anche le attempate signore, i seri “omi garandi”, gli anziani e i timidi e un po’ vergognosi giovanotti!!!
Appena P. Ivo dà inizio alla sua catechesi, è calato un silenzio fatto di trepidante attesa della parola di Dio che il loro Missionario, con parole semplici, ma molto profonde ed incisive, offre loro.
Il tema di oggi è: “il 5° comandamento” e non mi soffermerò a ripetervi ciò che lui ha detto, ma mentre parlava, io ringraziavo Dio per come si serve del mio amico per far sapere anche a questi fratelli più bisognosi, che il Suo Amore è anche e soprattutto per loro!!! Sì, il Signore gli ha donato tanti carismi ma lui non li ha sotterrati… anzi, con coraggio e dedizione sta mettendoli a frutto! E che frutto!!!
Dopo la catechesi alcune mamme mi porgono i lori bimbi, è un segno di accettazione, un onore!!! Io li prendo in braccio, ci gioco, li faccio ridere (in verità uno piange disperatamente.. ha paura del bianco! ten medu du BRANKU ).
Ad un tratto mi si avvicina una bella signora sorridente che mi posa in grembo una bellissima bimba, una neonata che avrà circa 10 giorni e P. Ivo le chiede: «Come si chiama?» La signora risponde indicando me e lui comprende che vuole darle il mio nome. Glielo chiede e le dice che io mi chiamo Francesca e lei conferma : «Sì, Francesca!!!»
Che gioia provo, che emozione!!! Oltre a Papa Francesco ora c’è una bimba che porta il mio nome!!! Grazie, Signore, per questo regalo!!!
14 Aprile Domenica
Oggi abbiamo un ospite speciale, il Vescovo Dom José, che ha celebrato una bellissima Messa durante la quale ha accolto ufficialmente Don Marco come missionario della Diocesi e ha rivolto i suoi auguri a lui e al Parroco, ricordando il 3° anniversario della fondazione della Parrocchia!
Dopo la Messa siamo tornati a casa per l’incontro mensile dei catechisti della parrocchia (per parrocchia si intendono tutti i villaggi della zona, alcuni dei quali lontanissimi!!!). Appena arrivata mi ha colpito una cosa da noi inconcepibile. Tanti giovani sono chini vicino alla porta della cucina… che fanno? Guardando meglio, noto che dalla cucina escono dei fili elettrici a cui sono attaccate alcune ciabatte (quelle prese multiple a cui si possono collegare più apparecchi) e i catechisti collegano i carica batteria dei loro cellulari (di quelli che da noi si danno ai bimbi piccoli per giocare… molti regalati dagli amici italiani che li avevano messi via perché troppo antichi… altro che I-Pad o simili…!). Loro vivono in villaggi isolati dove non c’è corrente elettrica e certo non ci sono telefoni e P. Ivo ha voluto che almeno una persona, in ogni villaggio, avesse la possibilità di comunicare con lui in caso di necessità. Quante volte, in questi giorni, sono arrivate telefonate di SOS!! Una ragazza che abita in un villaggio piuttosto lontanuccio, doveva partorire e aveva dei grossi problemi… hanno avvisato il Padre che è corso (per quanto sia possibile correre in quelle strade!!) a prenderla con “segezia”, il suo provvidenziale fuoristrada per portarla a Bigene dove M. Antonietta ha potuto intervenire con successo e salvare mamma e figlia!! Il problema è ricaricare i cellulari perché non c’è corrente! I fortunati possessori dei mezzi di comunicazione, dunque, devono raggiungere i rarissimi punti dove, essendoci un piccolo generatore di corrente, si vende la ricarica. P. Ivo offre gratuitamente anche questo servizio…
Bene, comincia l’incontro con i catechisti, P. Ivo presenta al vescovo ognuno di essi e legge il brano degli Atti degli Apostoli dove si racconta la conversione di San Paolo. Dom José si sofferma sulla figura di Anania, chiamato da Dio ad andare incontro a Paolo per parlargli di Gesù e ridargli la vista. Dice che questo è il compito di ogni catechista: parlare di Gesù a ogni fratello che incontra e trasmettere la fede!
Conclude il vescovo :
«Il vostro compito è questo: parlare a tutti di Gesù così come l’avete conosciuto!!»
Dopo un momento di preghiera pranziamo tutti insieme, circa 40 persone, con riso, pesce e fagioli, preparati dalle suore con l’aiuto di una signora del villaggio. Bellissima mattinata!!!
15 aprile
Oggi è successo un episodio molto significativo che conservo nel mio cuore e voglio condividere con voi: siamo andati in un villaggio, Mansacunda, per consegnare i soldi che Gaetano aveva raccolto nella sua Parrocchia, S. Giovanni Battista di Foggia, e che serviranno per la costruzione di un nuovo pozzo! Gaetano Santoro è il referente, a Foggia, della “Missio giovani” un gruppo che si interessa attivamente delle missioni e soprattutto di educare i giovani a non vivere incentrati solo sui propri bisogni ma con uno sguardo attento a chi è meno fortunato di loro!! La “tabanka” di Mansacunda è governata da un anziano capo-villaggio, molto saggio, al quale P. Ivo ha parlato della generosità dei fratelli che, seppure lontani, pensano a loro e con gioia hanno voluto donare questo pozzo! Spiega anche che Gaetano è venuto in Africa soprattutto per fare il gemellaggio fra la Parrocchia di S. Giovanni Battista e il loro villaggio! Infine P. Ivo ha dato la parola al capo-villaggio! E qui ho visto attuarsi la Parola di Dio che dice che “lo Spirito Santo soffia dove, come e quando vuole…” Dopo l’introduzione del Padre, infatti, questo saggio “uomo grande” ha detto di avere visto che in altri villaggi ci sono chiesa e scuola e lui, pur essendo felicissimo e ringraziando tanto per il pozzo che è di primaria necessità, sogna per i suoi figli e nipoti, la possibilità di avere una chiesa con le catechesi e la scuola, dove i bambini possano imparare tante cose perché solo se avranno la possibilità di studiare e di conoscere le cose buone della Chiesa cattolica, potranno avere una vita migliore! «Essi saranno come un foglio bianco» dice «più istruiti e liberi!!»
Mi ha impressionato davvero la saggezza di quest’uomo che, diceva, forse non avrebbe mai visto realizzati questi sogni, ma sperava nell’aiuto del suo amico P. Ivo!! Mi sono commossa profondamente perché davvero questa è l’azione dello Spirito Santo! Subito dopo siamo andati tutti insieme nel luogo dove sorgerà il nuovo pozzo e abbiamo posato la prima pietra!! Tornati sotto il mango, P. Ivo ha distribuito quaderni, matite, vestitini e scarpette arrivati dall’Italia nell’ultimo container... che gioia negli occhi dei bimbi!! Infine a Gaetano è stato donato un pezzo di stoffa tessuta in questa regione e due bellissime signore lo hanno baciato… certo, a voi sembra normale, ma loro non usano baciarsi quindi è stato davvero un grande segno di accettazione e comunione!! Sono andata via col cuore traboccante di riconoscenza per le meraviglie del nostro Dio!!
18 Aprile
Stamattina siamo stati in un altro villaggio, Taliko, dove siamo stati accolti con gioia ed accompagnati subito alla chiesa nuova che sta per essere terminata. Con quanto orgoglio e riconoscenza mostrano il risultato delle donazioni ricevute dal loro missionario!! Dopo i saluti e le presentazioni, P. Ivo parla della funzione della Chiesa cattolica e spiega che essa non vuole assolutamente cambiare la loro cultura, ma portare la Parola di Dio che, in ogni luogo, popolo e cultura, è uguale per tutti ed è più importante di qualsiasi cultura e ci rende fratelli! Ciò che P. Ivo ha detto loro, ha chiarito anche a noi tante cose sulle usanze di questo popolo!
Racconta di un bimbo che, nato bene, dopo un anno e mezzo, non cammina e non parla (credo stia parlando di Nahui!) e i familiari si convincono che “non è completo” e come tale, bisogna liberarsene! La sua mamma, coraggiosamente, si oppone e lo porta al Centro Nutrizionale dove Joaquim le consiglia di portarlo all’ospedale di Bor (ricordate che lo abbiamo incontrato lì?) dove viene curato e, piano piano, comincia a camminare e balbettare!! P. Ivo chiede: «Ma pensate che questo bimbo possa avere gli spiriti in corpo? Che abbia fatto del male nella sua vita? Un bambino non può fare il male e non può avere gli spiriti! Solo noi adulti facciamo il male, ma Dio ci perdona!» P. Ivo chiama accanto a sé due bimbi e dice: «guardate questi bambini, se si ammalano e io dico che hanno gli spiriti in corpo, io ammazzo questi bambini con la mia bocca!!” Sono io che ho il male dentro!! Il bimbo che è ricoverato a Bor sta guarendo, è solo malato, ma i familiari non lo vogliono! Invece se un bambino si ammala dobbiamo amarlo, proteggerlo e aiutarlo di più, come Gesù ama ciascuno di noi! Se un bambino giocando si mette la terra in bocca prende i vermi e sta male, ma la colpa è dei vermi non degli spiriti!! Io stesso ho avuto tre volte il “paludismo” cioè la malaria… pensate che avessi gli spiriti in corpo?? No, mi sono curato e sono guarito!!» Ripete che:
LA PAROLA DI DIO E’ PIU’ GRANDE DI QUALSIASI CULTURA!
P. Ivo parla ora del “matrimonio forzato” che in alcune razze (loro chiamano così le diverse etnie in cui sono divisi) ancora è in uso! Loro dicono che hanno superato questa usanza ma i Mandinga, i musulmani ed altri, la conservano tuttora e P. Ivo dice che dobbiamo rispettare le diverse culture, ma fra i cristiani non può esserci una simile costrizione, non può essere che una ragazza di 15 anni sia costretta a sposare un uomo di 50!! Il matrimonio va vissuto nell’amore e nel rispetto reciproco… se c’è costrizione, dov’è l’amore?
Altro momento importante nella cultura della Guinea-Bissau è il CHURU, cioè il funerale, la sepoltura! P. Ivo spiega:
«Noi siamo abituati a un diverso modo di seppellire i nostri morti, ma non sono qui per cambiare le vostre usanze… non importa come fate il funerale, dove seppellite il vostro defunto ma la cosa più importante, per noi cristiani, è la preghiera!! Se muore un mio familiare o un mio amico, io devo innanzitutto pregare per lui, perché Dio accolga la sua anima!!
Il FANADO (l’iniziazione alla vita adulta, circoncisione e prove di forza…) è un momento fondamentale nella vita di ogni ragazzo, e P. Ivo ribadisce che assolutamente lui non è qui per abolire o cambiare le abitudini di questo popolo ma, “se il fanado è per loro il momento dell’iniziazione alla vita adulta, il BATTESIMO è il momento fondamentale della vita cristiana perché fa di ogni cristiano un «cristiano completo» e gli permette di entrare in maniera totale nella Chiesa di Dio! Fate pure il vostro “fanado”, dice P. Ivo, ma tenete presente che, per chi vuol essere cristiano, ancora più importante è il “Battesimo”.
Prendono la parola gli anziani, a cominciare dal capo-villaggio che dice di apprezzare il rispetto che il Padre ha dimostrato nei confronti della loro cultura e pensa che man mano, negli anni a venire, anche queste usanze potranno cambiare, ma comunque ritengono molto importante il Battesimo e la preghiera per i morti!
Parlano della difficoltà di accettare i matrimoni fra giovani di diversa razza perché gli usi cambiano e nessuno vuole mai accettare di rinunciare ai propri in favore di quelli del coniuge! Un “balanta”, per esempio, ha usanze diverse da un “balanta manè” o da un “mandinga”, perciò meglio sposare uno della propria gente! Si parla anche della poligamia che nella chiesa cattolica è assolutamente vietata, ma anche del dovere di non ripudiare le mogli e pensare a loro e ai figli!! Questo bellissimo dialogo continua e mi fa entrare nella vera cultura di questo popolo!! Prendono la parola, stimolate da P. Ivo, anche le donne che ripetono più o meno ciò che è stato detto dagli anziani! Dopo qualche foto e i saluti, risaliamo sul nostro fuoristrada e torniamo a casa per riposare in attesa della S. Messa e successiva adorazione che si tiene tutti i giovedì pomeriggio in Parrocchia!!
20 Aprile
Quante cose vorrei raccontarvi! Ma ho paura di annoiarvi perciò mi limiterò a riassumere ciò che è successo negli ultimi giorni! Da quando sono arrivata qui in Guinea Bissau, tutto ciò che mi sembrava importante, addirittura indispensabile in Italia (tipo la televisione!), ha assunto contorni via via più sfumati fino quasi a scomparire del tutto, di fronte a problemi ed esperienze fortissimi! Dovete sapere che qui ci sono quasi sempre 38-40 gradi... si muore di caldo (più o meno come a Foggia verso il 10 agosto!) ma ciò non ferma l'instancabile Padre Ivo che ogni santo giorno ci butta giù dal letto nel cuore della notte (e stavolta non potete dirmi che esagero!!), alle 6, perché, dopo la Santa Messa e la colazione, VIAAAA...in giro per portare la parola di Dio nelle tantissime “tabanke” dove ci aspettano uomini e donne anziani, giovani e tanti, tantissimi bimbi bellissimi che ci accolgono cantando il famoso "tormentone" Ivo: O ALLELE!! Nella scorsa settimana, Maria Antonietta non è venuta con noi nei villaggi perché impegnata a tenere un importantissimo corso alle “Matronas”, ed ha potuto rendersi utile in varie occasioni, come vi racconterà lei stessa nel suo diario. Ora ha ripreso a venire con noi e si rifarà in questa settimana! L'esperienza nei villaggi è unica; non si può immaginare, se non la si vive, l'ansia di conoscere Gesù che traspare dagli occhi di questi nostri fratelli, grandi e piccini! È con molto orgoglio che osservo la fiducia e il rispetto con cui i capi-villaggio parlano col nostro Don Ivo e quanta autorevolezza possegga ogni suo gesto e parola!! Davvero lo Spirito Santo continua a sostenerlo con tutti i suoi carismi! E che dire di P. Marco?? Ha già conquistato il cuore di tutti con il suo carattere allegro e socievole! Ieri è arrivato a casa un ragazzo che ha appena avuto un figlio e voleva comunicare a tutti noi che lo ha chiamato… come il padre giovane: MARCO!!! Pensate che bella cosa!! Credo che lui sia stato molto orgoglioso di questa prova di affetto! Inoltre si sta sforzando tanto per imparare a parlare bene la lingua della zona, in modo da poter comunicare meglio con i nuovi fratelli. Quanto ci divertiamo al corso di criolo!! Forse avete già visto la foto pubblicata poco tempo fa da Don Ivo!!
Per chi non ha Facebook, racconto questo episodio simpaticissimo! Ogni tanto ci riuniamo, nel pomeriggio, e il Prof. Ivo Cavraro ci tiene il corso di criolo, la lingua più diffusa qui in Guinea-Bissau. Ci dà anche i compiti per casa… e ieri dovevamo imparare il Padre nostro e l’Ave Maria. Don Marco e Gaetano sono già bravissimi, d’altronde sono stati qui altre volte!! Io ho imparato discretamente le due preghiere, ma M. Antonietta, impegnata in altre incombenze come medico, non aveva imparato bene la lezione e allora… che ha escogitato?? Si è scritta il Padre nostro sulla mano!! Furbetta, eh? È iniziata la lezione e il nostro prof ha interrogato prima me e gli ho detto il Padre nostro poi toccava a M. Antonietta e lei, tutta tranquilla si è preparata a leggere la mano, ma… P. Ivo le ha detto: tu dimmi… L’AVE MARIA!!!!! Ahahahahahah, quanto abbiamo riso!! Lei gli ha detto: «Ehmm, veramente… l’Ave Maria non la so benissimo!!!!» Ahahah, naturalmente lei gli ha fatto vedere la mano, abbiamo raccontato tutto e ci siamo divertiti tantissimo!!!
Oggi siamo soli, senza Don Ivo, che è andato a Farim per un incontro con i catechisti e approfittiamo della sua assenza per mangiare delle saporitissime melanzane alla parmigiana che a lui non piacciono. Le preparo io con molta gioia, per festeggiare la chiusura del Corso di formazione per le Matronas! M. Antonietta e Suor Nella, sua preziosa traduttrice, si sono davvero impegnate tantissimo, mattina e pomeriggio, incuranti del caldo e della stanchezza, per insegnare a queste sorelle sfortunate (non conoscevano neppure le fondamentali norme di igiene) come assistere le donne delle loro “tabanke” in gravidanza e durante il parto. Non racconterò altro su questo corso perché lo farà certamente la diretta interessata. A pranzo, abbiamo invitato anche suor Merione e tutti e 6, Don Marco, Gaetano, suor Merione, Suor Nella, M. Antonietta ed io, abbiamo pranzato all’italiana e abbiamo condiviso la gioia di essere insieme e di poter essere utili a coloro che il Signore ama infinitamente, ma il mondo occidentale troppo spesso dimentica!
E sapete che noi donne abbiamo avuto il tempo di farci fare un vestito nuovo? Sì, sì... è vero, abbiamo comprato al mercato del martedì un pezzo di stoffa coloratissimo e ci siamo fatte confezionare due abiti tipici africani! Visto? Le donne non perdono occasione per andare a fare shopping e per fare un salto dal famoso… stilista della zona!!
A questo proposito vi racconto cosa è successo stamattina: dopo la S. Messa celebrata da Don Marco, con Suor Nella siamo andate dal famoso sarto, anzi, “lo stilista” della zona e gli abbiamo portato la stoffa perché ci facesse i vestiti, ma… non ha potuto prenderci le misure perché si è rotto il suo metro e l’ha dato a una persona perché glielo aggiusti… capite? Se si rompe il metro lo si riattacca, e già, non c’è l’Ipercoop e neanche la merceria…niente di niente! Poi ha riavuto il suo metro ed ecco i nostri bei vestiti!!!
22 Aprile
Oggi si va in Senegal per comprare il latte vitaminizzato per i bimbi denutriti. Il confine del Senegal è a soli 8 Km da Bigene ma, come già sapete, ci vuole tanto tempo per percorrerli e ormai ci siamo abituati! Ma che sorpresa ci attende!! Appena superiamo la frontiera senegalese, (tra l’altro invisibile), ecco che cessano gli sballottamenti, ma come mai?? Oh, la strada è asfaltata!! Ma che tipo di asfalto è questo?? Anziché la ghiaia che si usa da noi l’asfalto qui è fatto con… conchiglie! Il paese più vicino a noi è Samine e qui ci fermiamo per comprare il latte, il riso ed altri generi di prima necessità per il centro nutrizionale.
Dopo aver fatto rifornimento di viveri (spendiamo 500 €.. donati da tanti amici italiani), il nostro magnifico ospite ci porta a Temento, per farci visitare il Santuario che in realtà è costituito da una semplice cappella e un monumento che ricorda un terribile incidente in mare in cui una nave naufragò con un altissimo numero di vittime. E’ situato in uno scenario naturale stupendo, in riva al mare, circondato da tantissimi alberi di cadjù e mango. Facciamo tante belle foto anche con un albero secolare dal tronco enorme, bellissimo! Vediamo due caproni che combattono con le corna… forse si contendono una bella capretta dagli occhioni neri!!!..
Torniamo a Bigene contenti di poter continuare ad aiutare, col latte e gli alimenti appena acquistati, i nostri bimbi e le loro mamme!
23 Aprile
Oggi trascorriamo la mattinata al “centro nutrizionale” dove, come tutti i martedì, si assistono i gemelli, i bambini denutriti e gli orfani! Fuori dal centro ci sono delle panche su cui aspettano pazientemente una ventina di donne con almeno un bimbo al seguito! Mi fa tanto ridere notare che le nostre usanze per evitare le code e i relativi litigi, sono arrivate fin qui, in maniera decisamente più…pittoresca!! Infatti, attaccato alle grate della finestra esterna del Centro, c’è un gancio di ferro in cui sono infilati dei rettangoli di cartoncino con i numeri da 1 a 30… le signore, man mano che arrivano, prendono il loro numero e lo riconsegnano a Joaquim non appena arriva il loro turno! Non ho mai sentito qualcuno litigare o alzare la voce né un bimbo fare capricci!! E già, mi sa che queste sono prerogative del nostro mondo “civile”!!
Pesiamo, misuriamo, consegniamo latte, vitamine, medicine (in verità noi aiutiamo Joaquim in questi compiti) insomma, assistiamo tanti bimbi gravemente denutriti o in difficoltà perché, essendo gemelli, il latte della mamma non basta per sfamare entrambi!
Mi colpisce una nonna che entra con la nipotina molto piccola e denutrita perché la sua mamma è morta subito dopo il parto! Povera donna, ha uno sguardo che contiene tutto il dolore del mondo! Ha perso la figlia e ora non sa come sfamare questa bimba che lei le ha lasciato!! Ringrazio il Signore per la possibilità che dà a questa missione, di salvare tante vite umane e ridare dignità a chi non ha davvero niente, come il vecchietto che entra per chiedere qualcosa da mangiare. È sporco, affamato, ma sa che qui riceverà un aiuto e un sorriso, si avvicina a ciascuno di noi per stringerci la mano, e ci sorride mettendo in mostra i suoi …3 denti!!!
Joaquim gli riempie il secchio di riso e gli dà dell’olio e lui va via contento!! Nella stanza attigua M. Antonietta visita, con l’aiuto di Suor Nella, alcune signore che hanno chiesto un “consulto” con lei!! Meno male che c’è anche lei! Una ragazza è venuta a far vedere suo figlio che però sembra essere sano ma lei, la mamma, tossisce e spiega di sputare del sangue quando tossisce… M. Antonietta le consiglia di andare subito a fare le analisi in un ospedale, meglio se a Cumura perché sospetta una tubercolosi!! Speriamo che sia ubbidiente e decida di andare a curarsi!!! Che tristezza constatare che le cose che per noi sono scontate e superate qui sono ancora reali e problematiche.
Potrò mai più essere indifferente o disinteressarmi dei problemi dei miei fratelli lontani??
Prima di tornare a casa andiamo a visitare la scuola della missione dove tanti bimbi hanno la possibilità di imparare a leggere, scrivere, contare ecc.. e come sono ordinati e disciplinati! Ci accolgono festosamente, incuriositi da questi ospiti così…”sbiaditi”!!!
Cantano per noi e ci toccano le mani, si fanno fotografare e quando andiamo via, ci accompagnano alla porta festosamente!!! Abbiamo portato quaderni, matite ed altra cancelleria arrivata con l’ultimo container da Foggia e che consegniamo a Suor Merione perché la distribuisca nelle diverse classi. Vicino alla scuola c’è la cucina dove una brava signora, aiutata dalle sue figlie, prepara il pasto per gli scolari, riso con gamberetti disidratati. Non so come li cucinerà ma so che essi contengono tantissime proteine necessarie alla crescita di questi bambini.
26 Aprile
Oggi don Ivo è andato a Bissau per accompagnare all’aeroporto Gaetano che torna a Foggia perché deve lavorare, poverino! Ci mancherà, è davvero un caro ragazzo, impegnato nel sociale, disponibile e intelligente! La mattina alle 8.00, P. Marcus (è il nome africano di don Marco) celebra la Messa speciale annuale per i bambini della scuola della missione, e stento a credere ai miei occhi… più di un centinaio di bimbi che assistono in perfetto silenzio a questa celebrazione e ascoltano rapiti le parole del nuovo Padre giovane che parla in una strana lingua sconosciuta... per fortuna c’è Irma Nella che traduce le sue parole! Come sono bravi e belli!!!
Subito dopo la messa, P. Marcus e Irma Merione sono partiti per Bafata, una cittadina lontana da qui, dove tantissimi giovani della Guinea-Bissau si riuniscono per il Convegno Regionale dei giovani! Che bella opportunità per P. Marco! Conoscerà tanti ragazzi e ragazze e certamente potrà, vivendo con loro per tre giorni, comprendere meglio il loro stile di vita, le loro abitudini e la loro mentalità. Inoltre farà tanta pratica di criolo!! Noi due donne restiamo da sole a riposare!!
27 Aprile
Dopo la S. Messa e la solita colazione dalle nostre care suore, siamo tornati di corsa a casa a prepararci perché P. Ivo doveva andare a Saiam Balanta per la solita catechesi settimanale ed io non vedevo l'ora di rivedere la piccola Francesca, la bimba a cui 15 giorni fa era stato dato il mio nome! La ricordate?
Bene, siamo arrivati al villaggio e abbiamo trovato tutti, uomini, bimbi e donne ad aspettarci sotto il solito mango. P. Ivo ha subito chiesto al signore che lo aiuta nella traduzione (sapete che non tutti gli abitanti dei villaggi conoscono il criolo, ma parlano solo il loro dialetto) e che è il papà di Francesca jr., se poteva farci vedere la bimba perché io avevo il desiderio di riabbracciarla!! Ho visto P. Ivo cambiare espressione e, guardandomi con aria triste mi ha detto: "Francesca è morta giovedì!" Non ho parole per spiegarvi ciò che ho sentito dentro!! Una cosa è leggere le statistiche tipo: "In Guinea-Bissau, su 5 bambini che nascono, 1 muore prima dei 5 anni!!" altra è toccare con mano la veridicità di simili affermazioni… Una bimba sana, bella e senza nessun problema, è morta senza alcun motivo apparente, forse vittima della povertà esagerata che ha costretto la sua mamma ad andare nel "mato" (foresta) a cogliere i cadjù con la bimba di 3 settimane, stretta dietro la schiena nel "bambaran!!" Cosa sarà successo? Sarà stata colpa del sole cocente, o il bambaran l’avrà soffocata… chissà! Fatto sta che dopo ore di lavoro la mamma l'ha slegata e... l'ha trovata morta!! Poverina! Non riesco ad accettare questa realtà!
Dopo la catechesi abbiamo fatto una preghiera sulla "tomba" della piccola Francesca (la tomba non è altro che un mucchietto di terra con qualche legnetto sopra) e solo allora ci ha raggiunto la sua mamma e non la stavo riconoscendo! Ricordavo una giovane donna allegra e sorridente e mi sono trovata di fronte una donna senza più luce negli occhi... le spalle curve sotto il peso di un dolore abissale ed inespresso, perché nella sua razza non si usa esprimere i sentimenti, e poi… non c'è proprio tempo per piangere!! Le ho regalato, allacciandoglielo al collo, un laccio di caucciù con una croce dorata che avevo pensato di regalare alla piccola Francesca… P. Ivo le ha spiegato il mio dispiacere e il mio desiderio di lasciarle la croce come mio ricordo! Lei ha fatto solo un cenno con la testa e, mano nella mano, ci siamo scambiate un lungo sguardo col quale spero di averle fatto capire che, a dispetto del diverso colore della pelle e del differente grado di cultura e benessere, una mamma è sempre una mamma e come tale potevo condividere il suo immenso dolore!!! L’ho lasciata col cuore stretto in una morsa e con la mente assillata da 1000 domande senza risposta!!! Un solo pensiero mi conforta:
Ora c’è un angioletto in più, lassù in Paradiso, che prega anche per me!!
Prima di andare via siamo andati a vedere la nuova scuola che sta già “prendendo forma”, e con soddisfazione abbiamo constatato che i lavori procedono velocemente... Non mi soffermo su questa notizia perché ne ha parlato su Facebook Don Ivo che ha pubblicato anche le foto relative a questa scuola! Naturalmente anch’essa è frutto della generosità degli amici della Missione!! La settimana scorsa Don Ivo ha consegnato al capo-villaggio i soldi necessari alla realizzazione di questa importantissima opera! Mi piace pensare che, con l’aiuto di Dio e, naturalmente, di ogni persona sensibile e generosa, la generazione futura dei guineensi potrà avere una vita migliore perché
la cultura è il mezzo principale con cui si può cambiare la società!!!
28 Aprile
Stamattina, durante la funzione domenicale, P. Ivo ha chiamato me e la “dottora” sull’altare perché salutassimo i parrocchiani, dato che questa è l’ultima domenica che trascorriamo con loro! Suor Nella ha tradotto le nostre parole che, a detta del nostro amico missionario, sono state un po’ troppe… beh, quando ci vuole ci vuole! Volevano trasmettere ai nuovi fratelli la gioia di averli conosciuti e la promessa di restare sempre uniti nella preghiera!! Suor Nella sta con noi e mangiamo la pasta fatta in casa da M. Antonietta e condita col ragù che ho cucinato io… lo spezzatino con le patate e tanti cadjù. Che bontà!!! La sera torna P. Marco con Suor Merione e lui ci racconta la nuova esperienza vissuta con tanti giovani! Credo proprio che il Signore gli abbia dato tanti carismi, ma uno in particolare che dovrà spendere e mettere a frutto fra questa gente: l’empatia con i più giovani, la capacità di immedesimarsi nella loro vita, di capire e condividere le loro difficoltà e aspettative… In questo periodo ho visto come si dona senza sosta per tutti, l’ho visto giocare con i bimbi dei villaggi come se fosse uno di loro…e ricevere in cambio tanto affetto!
Ci siamo divertiti tanto quando, passando in qualche villaggio, anziché il solito tormentone OOO..ALLELEE… i bimbi urlavano “Padre Marcus… Padre Marcus…” suscitando la gelosia (scherzosa, naturalmente) del missionario più anziano!!! Ahahahahhah!! L’ho visto aiutare una bimba a tirar su il secchio con l’acqua dal pozzo, partecipare attivamente a una importante partita di calcio nel campo di Bigene… È un ragazzo davvero speciale, e d’altronde il Signore sceglie per sé i migliori, no? Preghiamo perché non perda mai l’entusiasmo di questo momento!!
29 Aprile
Oggi visitiamo un nuovo villaggio: Tambadjan, e sono un po’ nervosetta perché mi si è rotta la macchina fotografica!! Come farò, io che scatto foto ovunque e a chiunque?? Dicono che sembro una giapponese.. e che è una giapponese senza la sua fotocamera? Beh, mi farò dare le foto da Don Marco e M. Antonietta! Siamo venuti qui perché tempo fa P. Ivo ha promesso che avrebbe finanziato la costruzione della scuola e oggi consegna al “tesoriere” 300.000 franchi (circa 450 euro) che, sottolinea, sono arrivati dagli amici italiani nell’ambito del progetto “una scuola per tutti” e che devono essere accuratamente giustificati perché tutti coloro che fanno queste donazioni, vogliono sapere esattamente come vengono spesi i loro soldi!! Chiede il prezzo di un sacco di cemento e puntualizza che lui dà i soldi per il materiale, ma devono lavorarci loro stessi, per quanto possibile! Loro dicono di avere già preparato il “sibi”, cioè il legno che servirà per la costruzione. Sono felicissimi e ci fanno vedere il punto in cui sorgerà la nuova scuola. Andiamo via dopo la rassicurazione, da parte del Padre, che se dovessero terminare i soldi, il professore potrà andare da lui per avere il resto.
1° Maggio: “Festa del lavoro”
Oggi anche qui in Guinea Bissau è festa grande e anche noi decidiamo di festeggiare. Padre Ivo ci fa alzare molto presto (anche oggi!!!!) per poter affrontare la lunga camminata che ci attende, senza dover patire eccessivamente il caldo. Infatti ha preparato per noi un bellissimo itinerario per farci godere delle bellezze naturali della zona!! Alle 8.00 siamo già in viaggio, P. Ivo, P. Marco, suor Nella, Suor Merione, M. Antonietta ed io!! Lasciamo la macchina nel villaggio di Ponta Nobo e…gambe in spalla.. i “giovani esploratori” partono alla scoperta delle meraviglie nascoste dell’Africa!!
Camminiamo per un bel po’ in mezzo a palme sottili ed eleganti, attraversiamo risaie che in questo periodo appaiono aride e desolate, vediamo maestosi baobab dal tronco enorme che sembrano morti, ma con le piogge si ricopriranno di foglie, ammiriamo le pittoresche mangrovie, piante tropicali che crescono sulle rive di lagune salmastre... qui, infatti, l’acqua del mare penetra unendosi a quella dolce e gli abitanti dei villaggi vicini, coloro che lavorano nella risaia, costruiscono degli argini che impediscono all’acqua salata di entrare nella risaia perché il riso cresce nell’acqua dolce. E’ curioso come, man mano che andiamo avanti, il numero dei gitanti aumenta… infatti alcuni giovani dei villaggi che attraversiamo, si uniscono a noi… è un corteo variopinto ed allegro quello che arriva a Baro Garandi, il villaggio più lontano da Bigene! Qui, da pochissimo tempo, è stata tracciata una specie di strada che prima non c’era. P. Ivo, infatti, non era ancora venuto qui perché la macchina non ci arrivava. Ci fanno sedere sotto il solito mango ed è un bel momento di socializzazione e accoglienza!! Gli anziani parlano con P. Ivo e Fernando, il catechista che conosce il loro dialetto, traduce! Il capo-villaggio dice che anche loro vorrebbero avere un bel pozzo e anche la chiesa e la scuola!! Vediamo, infatti, una bimba di circa 5 anni che tira su e porta sulla testa un secchio d’acqua attinto da un pozzo molto rudimentale e anti igienico… P. Marco si alza subito e va ad aiutarla... è molto carino! Una signora dice che questo pozzo basta a malapena per vivere, per bere e cucinare, invece, se avessero un altro pozzo, si potrebbe coltivare un orto per nutrire meglio i loro figli! Dice che sarebbe bello avere anche un piccolo ospedale perché quelli di Baro e Bigene sono lontani!!
P.Ivo li rassicura dicendo che certamente tutti gli amici italiani prenderanno a cuore le loro richieste, ma spiega che bisogna dare la priorità alla scuola e la chiesa verrà dopo... bisogna prima iniziare le catechesi e vedere se in loro c’è un reale interesse per la religione cattolica!! Sono molto contenti della visita del missionario e dei suoi amici, parlano con libertà e raccontano dei diversi rami dell’etnia dei Balanta di cui fanno parte e delle differenze fra loro! Infine ci salutiamo e, poiché sono le 12.00 e cominciamo a sentirci stanchi ed accaldati, torniamo alla macchina e riprendiamo la strada del ritorno. Che bella gita!!! Che paesaggi stupendi rallegrano la vista di chi viene in questa terra!!! Chissà come sarà bello dopo le piogge!!
2 Maggio
Stiamo per partire per Bissau da dove domani prenderemo l’aereo che ci riporterà in Italia. Sono un po’ triste e sarei rimasta volentieri un altro mese, ma per ora è finita e ringrazio Dio di questo regalo!!! Vorrei trasmettervi la gioia e l’emozione che mi ha assalito ogni volta che vedevo quei meravigliosi fratelli ascoltare con tanta attenzione le parole del loro Missionario… l’orgoglio di essere amica di questo uomo bianco, anzi ora dei due uomini bianchi che hanno lasciato tutto per servire con tanto amore e dedizione questi fratelli che hanno avuto la sfortuna di nascere quaggiù anziché altrove, magari in Italia, dove, a dispetto della crisi, viviamo senz’altro meglio!!
Come si fa a vivere senza acqua, senza luce e fogna e ad essere, nonostante tutto ciò, sempre allegri e sorridenti? Ma, a proposito della crisi, ho anche riflettuto sul fatto che chi ha un cuore missionario, chiunque, cioè, cerca di mettere in pratica le parole di Gesù (Mt 25,34-40) “Avevo fame e mi hai dato da mangiare…“, non può ignorare i bisogni di chi gli vive accanto e forse per pudore o vergogna non chiede aiuto!! Questa esperienza mi ha insegnato che ciascuno di noi deve dilatare il cuore ai bisogni altrui, senza più chiuderci nel nostro comodo guscio aprendoci alla condivisione, senza eroismi ma anche senza egoismi… senza rinunce estreme, (non tutti siamo chiamati a questo), ma con uno sguardo più ampio, più missionario, appunto!… Possiamo sostenere la missione di Bigene aderendo ai progetti in atto: “AVEVO FAME” (per i bambini denutriti), “UNA SCUOLA PER TUTTI” (vuole diffondere la cultura a tutti i villaggi dove ancora regna l’analfabetismo), si possono adottare a distanza dei bambini, dando loro la sicurezza del cibo e della scuola!!
Insomma, queste ed altre sono le aree in cui possiamo intervenire anche con piccoli aiuti e soprattutto non dimentichiamoci di pregare per la missione!!
Tutto ciò si può trovare sul sito della ONLUS “Missionari di Bigene” www.missionaridibigene.it
e ricordiamoci che:
TUTTI SIAMO CHIAMATI AD ESSERE MISSIONARI, TUTTI SIAMO CHIAMATI AD “AMARE”!!!
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