La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati

La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati
Il territorio della missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati, a nord della Guinea-Bissau e confinante con il Senegal.

5 novembre 2010

Dicono di noi 4: Don Ivo, ponte tra Puglia e Guinea

Dicono di noi: perché se sono missionario, non lo sono da solo. Sono missionario perché tanti amici mi sostengono con la loro preghiera, con la loro solidarietà dai mille aspetti, con la simpatia, forse solo con la curiosità di conoscere cosa è una missione in Africa oggi.
Non mi piace quando scrivono di me, ma sono felice di condividere con voi quest’articolo apparso su "Avvenire”, uno dei maggiori quotidiani d’Italia (lo consiglio per la serietà dei suoi contenuti: www.avvenire.it):
+ perché questo articolo parla di noi, parla anche di te che stai leggendo in questo momento, e descrive la nostra partecipazione alla missione;
+ perché al termine del mese missionario, scopro questa bella pagina ben costruita dalla giovane giornalista foggiana;
+ perché il male fa sempre rumore, ma il bene, per grazia di Dio, è più grande di ogni male, e non lo dobbiamo nascondere.


Don Ivo, ponte tra Puglia e Guinea

di Enza Moscaritolo
Avvenire, 3 novembre 2010, pag. 16.


Da quando è missionario fidei donum della arcidiocesi di Foggia-Bovino a Bigene, diocesi di Bissau, in Guinea-Bissau, ben sette bambini portano il suo nome. Un evidente segno del calore di questa gente che ha accolto don Ivo Cavraro, cinquanta anni, con entusiasmo e gioia, un riconoscimento dell’integrazione in questa comunità di circa 3000 anime ai confini con il Senegal, in cui è presente dall’agosto 2008. Don Ivo è il primo parroco della comunità cattolica del Sacro Cuore di Gesù di Bigene, eretta da monsignor José Câmnate, vescovo di Bissau, l’11 aprile scorso in una celebrazione eucaristica che ha visto la partecipazione anche di Francesco Pio Tamburino, arcivescovo di Foggia-Bovino. Se la missione è diventata parrocchia è perché il lavoro svolto dalla presenza stabile delle suore Oblate e del missionario, con una catechesi organizzata, promette sviluppi positivi.



I battezzati sono pochissimi, appena una ventina, ma in tanti partecipano alla catechesi settimanale, una prima evangelizzazione che viene offerta alle popolazioni dei 43 villaggi sparsi nella foresta intorno a Bigene. Circa 500 frequentanti, su un totale di 25-30mila persone che professano la religione tradizionale dell’Africa occidentale o quella musulmana. I rapporti con la comunità islamica sono cordiali e pacifici. Il risultato è, dunque, grande e lascia per ben sperare. Una bella responsabilità che don Ivo ha deciso spontaneamente e serenamente di affrontare, dopo l’ottima esperienza pastorale nella parrocchia Immacolata di Fatima in Segezia, borgata rurale alle porte del capoluogo dauno, come ha ricordato in occasione della Giornata Missionaria. Il ponte tra Foggia e Bigene è ormai consolidato (in Guinea Bissau sono presenti alcune attività dell’Ong foggiana «Solidaunia ») e si alimenta ogni giorno grazie anche a facebook, ad un blog (diariodiunamissione.blogspot.com).

«Ringrazio il Signore perché queste persone mi costringono ad essere vero – spiega don Ivo – in quello che sono e in quello che faccio, ovvero un missionario che annuncia Cristo. Al momento sono l’unico missionario, è vero, ma per fortuna la chiesa di Foggia¬Bovino mi è tanto vicina e mi sostiene, sia nella persona di monsignor Tamburrino sia attraverso i laici che in tanti modi aiutano la missione».



Qui siamo nell’Africa debole e povera. Un bambino su cinque non arriva a cinque anni di vita. Non esiste un censimento, e i bambini sono registrati solo quando vanno a scuola (per coloro che ci vanno: molti sono gli analfabeti, e solo il 40 % frequenta la scuola). La situazione scolare è quella che preoccupa di più. Lodevole è l’impegno delle solerti suore Oblate che operano insieme a lui, suor Miris, suor Teresa e suor Rosa, con la scuola della missione, frequentata da 170 bambini (70 dei quali sono stati adottati dai fedeli foggiani grazie ad una raccolta di materiale che ha consentito di inviare container di cancelleria e indumenti per bambini), pur tra mille difficoltà. «Mi piacerebbe aiutare anche i bambini dei villaggi e dare anche a loro la possibilità di un’istruzione – aggiunge – qui le scuole vivono in autogestione, senza quaderni, senza banchi, senza lavagna e i bambini ascoltano le lezioni solo orali».

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