La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati

La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati
Il territorio della missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati, a nord della Guinea-Bissau e confinante con il Senegal.

14 febbraio 2011

Dicono di noi 6: Fiat lux

FIAT LUX

Donati due impianti fotovoltaici alla missione in Guinea-Bissau

Intervista a Michele Piacquadio, socio della P4Energy di Lucera



di Damiano Bordasco, Voce di Popolo, 11 febbraio 2011


Quando il mondo dell’impresa si mette al servizio della solidarietà, nascono sempre esperienze considerevoli. Uno degli esempi più lampanti è quello testimoniato da una società di Lucera, che si occupa di energie alternative, a favore della missione dell’Arcidiocesi di Foggia – Bovino in Guinea Bissau.
Stiamo parlando della P4 Energy che il mese scorso ha istallato a Bigene, presso la struttura dove risiede l’amato don Ivone Cavraro, due impianti fotovoltaici per sfruttare la luce del sole e fornire di energia elettrica gli abitanti dei villaggi vicini alla missione.
Ad accoglierci presso lo studio della P4 Energy c’è Michele Piacquadio, uno dei soci dell’impresa, che assieme ad alcuni tecnici della società di via Valente, Giuseppe Di Gioia e Arnaldo Lombardi, ha voluto prender parte personalmente alla “spedizione” per istallare l’impianto.
Un giovane e intraprendente ingegnere che nella sua vita aveva avuto delusioni forti dal mondo del volontariato e del terzo settore. Una considerazione che, però, è radicalmente cambiata proprio grazie all’incontro con don Cavraro. Cambiata a tal punto che, come già detto, anche lui ha voluto partecipare alla “missione”, andando in Guinea Bissau insieme ai suoi dipendenti per lavorare all’istallazione dell’impianto. Il tramite di questa meravigliosa esperienza di solidarietà è stato don Saverio Trotta, parroco della Chiesa di San Pietro a Foggia. Quest’ultimo, un paio di anni fa, aveva coinvolto la società lucerina nell’istallazione di pannelli fotovoltaici sul tetto della sua parrocchia. Ed anche don Trotta non ha voluto mancare a questa mirabile iniziativa in Guinea Bissau.















“Dopo aver conosciuto don Saverio Trotta per la realizzazione di alcuni impianti fotovoltaici nella sua parrocchia – ci spiega Piaquadio - durante la fase di realizzazione incontrai don Ivone Cavraro. Ci chiese delle informazioni, a proposito della tipologia d’impianto, ai costi, anche perché aveva in mente di istallarli in Guinea Bissau. Parlando mi confidai con lui e gli raccontai di una mia brutta esperienza passata con faccende di adozioni a distanza. Poi, tra una chiacchiera e l’altra, gli dissi che se in futuro fossi tornato a svolgere attività benefiche, l’avrei fatto solo partecipando direttamente, vedendo con i miei occhi le cose fatte e da fare. E lui mi rispose aprendomi il cuore: ‘Casa mia a Bigene è casa tua. Quando vuoi puoi venire e vedere’. Mi si accese una luce e gli dissi che se le condizioni fossero queste, l’impianto l’avrei regalato e anche montato personalmente giù in Africa”.
Di lì è stato un susseguirsi di eventi: l’acquisto dell’impianto fotovoltaico, dell’inverter, delle batterie, ovvero, di tutta la componentistica necessaria. Poi la spedizione del materiale e finalmente la partenza, prevista per aprile dello scorso anno. Poi, alcuni problemi legati alla situazione politica del paese africano e il rinvio del viaggio al mese scorso.
















L’impianto è stato montato in tre giorni e, per verificare il corretto funzionamento, ne sono serviti altri due. “Tecnicamente l’impianto è di circa sei kilowatt di potenza – ha continuato Piacquadio – ed è stato suddiviso in due impianti da tre, anche perché don Ivo ci ha detto che accanto all’attuale casa nascerà un nuovo plesso. E quindi lo abbiamo pensato per alimentare due stabili distinti. Tuttavia questa energia potrà anche alimentare la scuola e il centro nutrizionale. L’impianto consentirà anche di illuminare tutta la zona nelle ore notturne e sarà al servizio dei poveri della zona per qualsiasi necessità”.
Nello studio di Lucera con Michele Piacquadio c’è anche suo fratello Luigi. Entusiasta per ciò che hanno realizzato, ci spiega che nel futuro vorrebbero rendere partecipi altre società in queste azioni di solidarietà concrete. “Abbiamo già pensato di poter coinvolgere delle aziende e chiesto se è possibile ricevere dei moduli fotovoltaici danneggiati. Questi impianti, che sono lesionati solo esternamente e di solito non sono utilizzati, producono tanto, forse appena il 10% in meno di quelli non lesionati, e quindi sono molto funzionali. Alcune società hanno già dato la loro disponibilità e quindi adesso troveremo una soluzione per ricevere la fornitura di questa tipologia d’impianto che, come tutti sanno, hanno un costo elevatissimo. Basti pensare che quello da sei kilowatt ha un volare di mercato di 24mila euro. Quest’anno siamo partiti così, anche per dare l’esempio, poi l’obiettivo è di tornare per vedere cosa manca. Di notte i villaggi sono bui, e se in futuro ci fosse la possibilità di istallare questi pali fotovoltaici nei vari villaggi, significherebbe dare un servizio, un aiuto a queste persone”.



























Dunque, un messaggio forte che ci giunge dal mondo dell’impresa a favore del volontariato e che, di fatto, rappresenta anche un appello a tutti quelli che possono contribuire a rendere meno amara la vita di questi nostri fratelli lontani.
“Siamo stati l’apripista nel territorio e ora speriamo di coinvolgere il mondo dell’economia. Quello che abbiamo fatto – ha concluso Michele Piacquadio – vuole essere da stimolo ad altri imprenditori. Già in questi giorni molti ci hanno contattato, anche grandi colossi dell’energia, perché vogliono contribuire a queste attività benefiche serie e concrete.
Lo slogan della nostra società è: ‘Dare luce’. Con questa iniziativa speriamo di aver fornito un servizio alla vita di tante persone, nostri fratelli, che vivono in situazioni di povertà, disagio ed emarginazione”.

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