La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati

La missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati
Il territorio della missione di Bigene: 58 villaggi su 300 km quadrati, a nord della Guinea-Bissau e confinante con il Senegal.

10 aprile 2009

Capitolo 1

25 luglio 2008
Parto dalla stazione ferroviaria di Foggia con Giusi Girolimetto. Foggia-Roma Termini, pausa caffè con “zio” Eugenio, Roma Termini-Fiumicino.
Grosso problema con i bagagli: non si possono portare più di 30 chili nel bagaglio grande e più di 6 chili nel bagaglio a mano: siamo costretti ad acquistare una valigia e a pagare 450 Euro per i 14 chili in più… Cioè inizio il mio viaggio senza pace nel cuore, e i “5 minuti” di rancore verso la signora incaricata del controllo bagagli dureranno alcune ore! Poteva semplicemente chiudere un occhio, ma forse il sentire che non siamo turisti, ma missionari, ha reso il suo cuore irremovibile verso di noi.
A Lisbona incontriamo alcuni amici di Giusi, e in attesa del volo per Bissau conosciamo suor Emma Casali, Missionaria della Consolata a Empada (diocesi di Bafatà, l’altra diocesi della Guinea-Bissau). Una suora piena di vivacità che ritorna dopo le vacanze a Reggio Emilia, dove ha celebrato il 50° di consacrazione. Rimango ammirato da questa suora anziana e piena di fede e coraggio. I “5 minuti” terminano…
Nell’aereo ci sono posti liberi, facciamo conoscenza con alcuni giovani portoghesi che operano in una onlus per la cura dei denti in Guinea-Bissau. Ho già prenotato una loro visita a Bigene, prima ancora di arrivare a Bissau…

26 luglio 2008
Arriviamo a Bissau alle ore 01.30 di notte (solo 15 minuti di ritardo). Il terreno è bagnato (siamo nella stagione delle grandi piogge). Come esco dall’aereo mi sento per un attimo mancare il respiro: l’aria è così calda, pur in piena notte, da toglierti l’ossigeno nei polmoni. Credo che sia colpa anche dell’aria condizionata nelle 4 ore e mezza di volo. L’impatto con l’aria africana è comunque molto forte.
Ci accoglie P. Domingos Cá, vicario generale della diocesi di Bissau, e ci accompagna alla curia della diocesi, dove prendiamo stanza per i prossimi tempi. Le casette della curia sono collocate accanto alla strada principale di Bissau, ma immerse nel verde delle banane e di altri bellissimi alberi fioriti.
Vado a dormire stanco, ma dormo poco: con le prime luci dell’alba, vari animali che vivono su questi alberi iniziano le loro lodi mattutine… Con le finestre aperte per il caldo, il concerto che avviene a pochi metri dalle mie orecchie mi costringe ad unirmi nella lode: sono in Africa per te, mio Signore!
Dopo colazione (un ottimo caffè che mi dà subito energia) il cancelliere della curia, P. João Musi, ci dà le prime indicazioni per capire come muoverci. Mi dispiace che questo bravo Padre del PIME ritorni in italia fra pochi giorni, dopo 30 anni di Guinea-Bissau. È molto bravo e accogliente, e fa di tutto per metterci a nostro agio. Ci porta nel suo ufficio per mandare una veloce email di informazione agli amici in Italia. Poi ci affida a Max, un seminarista, che con la macchina del vescovo (mons. José Câmnate è fuori sede per predicare gli esercizi spirituali ad una comunità di suore), ci porta a fare il primo giro per la città.
L’aria è molto buona, fa caldo, ma le nuvole nel cielo (che non avevo mai viste lo scorso anno, a marzo) danno un’ottima impressione di freschezza (è solo impressione, ma piacevole). Ci fermiamo alla “Paróquia “Nª Sª de Fátima”: sarà veramente un caso che la prima parrocchia che visito in questa terra è dedicata all’Immacolata di Fatima??? È come sentirsi in casa… È come se Maria mi facesse capire che l’amata Segezia (il borgo di Foggia dove sono tuttora parroco da 10 anni, e dove ero già stato parroco per altri 5) e Bissau, vivono sotto lo stesso manto di protezione.
Ci accoglie con gioia P. Davide Sciocco, missionario PIME e responsabile della radio diocesana: con lui parliamo dei missionari del PIME passati per Foggia, soprattutto del carissimo amico P. Ignazio, ora in Brasile.
Proseguiamo il nostro giro andando ad acquistare una nuova scheda telefonica della MTN (le schede italiane non danno segnale in GB) con il nuovo numero: 6544756 (oltre al prefisso per chiamare dall’Italia: 00245).
Poi cambiamo i soldi nella moneta locale da un amico fidato di Max (1 euro = 650 FCFA) e acquisto una scheda prepagata da 25.000 FCFA (38,46 euro). Devo familiarizzare con la nuova moneta dei Franchi dell’Africa Occidentale.
Ritorniamo in curia per il pranzo (ottimo, e molto gradito il caciocavallo che abbiamo portato da Foggia) con altri sacerdoti (che bella una curia che offre questa possibilità!). Poi il riposo.
Comincio a scrivere queste note: non so se sarò fedele a questo mio personale impegno, ma desidero, per quanto sarà possibile, segnare in queste note le tappe e i passaggi della mia missione in Africa, per comunicare con precisione al mio vescovo di Foggia, Mons. Francesco Pio Tamburrino, che cosa sta accadendo nel mio servizio sacerdotale vissuto in questa terra. Non sono bravo a scrivere, e ci saranno giorni in cui non potrò usare il computer, ma sento la necessità di comunicare con precisione, al Vescovo che mi ha mandato, ciò che sto vivendo. L’idea è di fare una specie di diario settimanale, da spedire 1 volta al mese. Vedremo cosa accadrà.
Naturalmente, le comunicazioni potranno passare anche a tante altre persone, amici e familiari, che così saranno informati direttamente da me. Sono in tanti a seguirmi, e dipende da me tenere viva la comunione con tutti attraverso le mie comunicazioni. Visto che dalla curia si può usare internet (negli orari in cui è acceso il generatore di corrente), e anche se il computer “gira lento”, almeno all’inizio della mia presenza in Bissau potrò comunicare. Poi, quando sarò a Bigene, non so cosa potrò fare.
Prima telefonata con il nuovo numero: chiamo mia sorella Flora e risponde Daniele. Un saluto veloce, comunico il nuovo numero e spendo solo 550,20 franchi… niente male!!!!
P. Musi ci porta in un ufficio della curia dove possiamo usare il nostro computer portatile che configuriamo per la ricezione in internet. Così possiamo usare questo strumento senza intralciare le linee della curia: è perfetto!!!!
19.30 vespri con i presenti in curia e cena. Incredibile: i tortellini! Il dialogo tra i presenti è molto bello e partecipato. Cerco di ascoltare tutti con attenzione: mi rendo conto che devo imparare molto, e lo faccio volentieri. E poi i sacerdoti che sono in curia sono veramente bravi e simpatici. E finita la cena… tutti a letto. Non ci sono abituato, ma non c’è alternativa: fuori ci sono le zanzare. Non molte, ma da tenere lontane. Poi mi dicono che con il buio bisogna sempre camminare con una pila accesa, per allontanare i serpenti che fanno le loro passeggiate serali… Ho deciso che dopo cena andrò sempre in camera e basta! Due passi per il corridoio, giusto per digerire, e compieta a letto!!! E buonanotte a tutti!

27 luglio 2008, domenica del Signore, XVII domenica ordinaria
Le prime luci dell’alba iniziano alle 6.31. In GB non esiste l’ora legale: ora siamo con due ore di differenza rispetto all’Italia (due ore in meno). Con l’orario solare la differenza si riduce a 1 ora. La temperatura nella mia camera è di 29°. Il cielo è un quadro di nuvole: chissà se oggi vedrò il mio primo temporale africano!
Accompagno P. João Musi per la celebrazione domenicale alla parrocchia di “Santa Luzia” dove lui aiuta il parroco. Viene anche Giusi: per lei è tutta una scoperta. La S. Messa è molto partecipata. La celebrazione avviene davanti alla chiesa, perché i fedeli sono molti e la chiesa è insufficiente a contenerli. I canti sono ben eseguiti, l’assemblea è composta e partecipe. È la celebrazione di addio a P. João che ritorna in Italia a 69 anni, e difficilmente potrà ritornare in Africa. I fedeli lo sanno, e lo ringraziano con affetto. Un catechista che prende la parola, con un nodo alla gola, gli chiede di ritornare in Africa per morire qui, perché questa è la sua terra.
Alla preghiera dei fedeli una lettrice invita alla preghiera per la chiesa cattolica sparsa per tutto il mondo. Mi viene come un sussulto, per una cosa tanto semplice ma anche tanto grande, che sto toccando con le mie mani: stanno pregando per tutta la chiesa, stanno pregando anche per i miei parrocchiani di Segezia. È il miracolo della comunione della chiesa cattolica. Che il Signore sia benedetto! Lungo la strada abbiamo incontrato alcune piccole chiese evangeliche, di varie denominazioni. L’impressione è che la comunione che viviamo nella chiesa cattolica non possa esistere nelle altre chiese cristiane.
Distribuiamo l’Eucaristia in 6 ministri: tanti sono i fedeli che si accostano al SS. Sacramento con devozione. Rimango stupito guardando i loro volti: sono quasi tutti giovani! È una chiesa giovane, molto giovane, questa della GB. E penso che darà i suoi frutti, nel tempo, ne sono convinto. Tutti questi giovani saranno i cristiani adulti di domani, capaci di educare alla fede le loro famiglie, e di donare vocazioni per tutta la chiesa. Me lo vedo, fra 20 anni, un parroco a Segezia nativo di questa terra verde!
Per il pranzo si aggiunge a noi anche P. Roberto Spaggiari, amministratore della curia diocesana, anche lui missionario del PIME, e andiamo alla casa regionale PIME che si trova appena fuori città, ad Antula. Siamo tutti italiani!
Nel pomeriggio arriva la pioggia. Non torrenziale, ma dolce e leggera. Un uccello con la cresta bianca, le ali nere e il petto arancio si ripara sotto un albero vicino alla mia finestra. Sembra una bandiera! Insomma: non è poi così difficile vivere in Africa! Per adesso…
In serata arriva il temporale “vero”: due ore di pioggia battente, torrenziale, che avvolge tutto, con un frastuono impressionante. Dopo cena a letto: continua a piovere.

28 luglio 2008
Mi sveglio alle 3 di notte: il temporale ha ripreso tutta la sua imponenza, con tuoni e lampi. E chi può dormire? Mi devo anche coprire: la temperatura è “scesa” a 25°.
Sveglia alle 6: ma il generatore si accende alle 6.30. Con la pila dei cinesi (è pieno di merce cinese qui) vado a prendermi il caffè avanzato dal giorno precedente. Ci vuole!
6.40 lodi e S. Messa con gli altri sacerdoti che vivono in curia. Poi colazione, in attesa di partire per Farim.
Andiamo a Farim, la cittadina più vicina a Bigene, dove sarò ospite dal mese di settembre. Ci accompagna P. Giancarlo Todesco, missionario OMI (Oblati Maria Immacolata) ed economo diocesano. Il viaggio dura poco più di tre ore, in mezzo ad un verde impressionante. Le piogge hanno trasformato questo terreno arido in una “terra promessa” piena di riso, lavorato con la zappa e a piedi nudi dalle donne e dai ragazzi che, quando sentono il nostro fuoristrada, si fermano tutti ritti, in piedi, a prendere fiato e guardare chi passa. Prima di Farim dobbiamo lasciare la macchina e attraversare il fiume in canoa. Il fiume è pieno pieno, di un colore scuro che non ti invita proprio a toccare l’acqua. Sarà largo più di cento metri, e il fatto incredibile è che non è un vero fiume, ma la rientranza dell’oceano Atlantico, chiamata “rio Cacheu”, che arriva fino a qui e prosegue oltre. L’oceano sarà a più di 100 chilometri. Un fiume salato!
Dall’altra parte del fiume ci aspetta un fratello senegalese dell’OMI (il Senegal si trova a pochi chilometri) che ci porta nella parrocchia dove ci aspetta P. Celso. Ottimo pranzo: spaghetti con i gamberetti e pesce ai ferri… (quando vi dicono che la vita dei missionari è dura, non credeteci sempre!!!). Il pesce è abbondante e buono in tutta la GB. Poi capisco perché ci sono anche due torte: una è per P. Celso (oggi è il suo onomastico) e una è per me, mandatami da suor Rosa di Bigene. Mi stanno aspettando a Bigene! Intanto mandano le torte (suor Rosa è rimasta una brava foggiana, anche se è qui da 15 anni!!!).
P. Celso, che già avevo conosciuto lo scorso anno, sta sostituendo P. Carlo, in vacanza in Italia dopo 3 anni. Mi parla di Bigene, della comunità cristiana, delle suore. È appena tornato da quella che dovrebbe essere la mia prossima parrocchia, e dice che la strada da Bigene a Farim, con le piogge, è diventata ancor più impraticabile. Le buche con le pozzanghere sono un serio problema: pur usando il fuoristrada, c’è il rischio di rimanere impantanati.
Ritorniamo a Bissau: altre tre ore di fuoristrada. P. Giancarlo mi parla della sua attività di economo diocesano, e delle gravi difficoltà in cui si trovano i sacerdoti diocesani nativi della GB. Percepiscono 75 euro al mese: e con questo devono provvedere a tutto!
Sulla strada del ritorno ci fermiamo a Safim, in visita alle “Irmãs de S. José de Cluny”. Mi presento come il nuovo vescovo di Bigene (!) e le suore (mi sembrano tutte brasiliane) dalla gioia di questo annuncio, quasi quasi si mettono a ballare il samba!!!

29 luglio 2008
Con Max chiedo di andare alla cattedrale di Bissau. È una bella chiesa, da ristrutturare nel tetto e nelle vetrate. In fondo c’è la tomba di mons. Settimio Ferrazzetta, primo vescovo della GB dal 1977 al 1999. Era un missionario francescano nativo di Verona: deve essere stato un grande missionario, tanto da essere stato subito acclamato come “antenato” dalla popolazione guineense dopo la sua morte. Facciamo una preghiera davanti alla sua tomba, affidando alla sua intercessione la nostra missione che inizia.
Nel pomeriggio facciamo visita al “Centro de Espiritualidade Nª Sª Rainha dos Apóstolos” di N’Dame, dove ci sono le suore Oblate (le stesse di Bigene e del Piccolo Seminario a Foggia): come sono contente della nostra visita! Facciamo conoscenza con un’altra suora foggiana: suor Irene Motta, nativa di Faeto. Il pensiero corre subito alla “mia” Giovannina di Segezia, nativa di Faeto. Non resisto alla tentazione e telefono a Giovannina: un saluto veloce e poi le passo suor Irene. Si riconoscono e si mettono a parlare in “provenzale” (l’antico dialetto di Faeto, di origini francesi). Mio Signore! Come è grande questo mondo e come è ancor più grande la comunione che tu costruisci tra di noi!
Poi mi arriva la prima telefonata dall’Italia: è Matteo di Segezia! Matteo mi vuole bene, e vuole bene all’Africa: verrà con il figlio Marco all’inizio di settembre, per visionare l’applicazione del progetto per la casa a Bigene, la casa per i sacerdoti.

30 luglio 2008
Con Max visitiamo la parrocchia “S. José” a Bôr dove è parroco P. Ermanno Battisti, missionario PIME, fondatore della Clinica Bor: una struttura sanitaria pediatrica a servizio dei bambini ammalati poveri della GB, che si trova adiacente alla parrocchia (per chi usa internet, andate a vedere il sito: www.bor.it con tutte le informazioni su questa grande opera di carità). I medici sono al lavoro, le mamme con i bambini in attesa. Tutto questo esiste per la solidarietà che arriva dall’Italia!

31 luglio 2008
Mattinata negli uffici per ottenere il certificato di identità per stranieri (così evitiamo di chiedere il visto al consolato di Roma per ritornare in GB) e per la patente da usare in questo stato. Mi sembra che i documenti non siano così difficili da completare, a differenza dei tanti immigrati in Italia che devono penare per mesi e mesi al fine di ottenere documenti simili. Una novità a cui non avevo ancora pensato: sono un immigrato anch’io!!!
Nel pomeriggio facciamo con Giusi la “cellula”. Gli amici di Segezia sanno bene cosa è. Questa è la prima cellula che viviamo in Africa, nella speranza di incontrarci normalmente per condividere “cosa il Signore ha fatto per me” e “cosa io ho fatto per il Signore”. Nel cuore sentiamo tutti i fratelli e le sorelle che vivono questa esperienza a Foggia. L’incontro si svolge con ordine (anche se non abbiamo orari da rispettare, e ogni tanto io mi fermo ad ammirare i volatili che si avvicinano a cercare cibo: mi incanto a guardare questi animali) e rimaniamo soddisfatti entrambi delle condivisioni fatte. Decidiamo assieme di scrivere la sintesi dell’incontro e inviarla ai nostri Vescovi (il vescovo di Foggia e il vescovo di Bissau: noi siamo proprio fortunati, perché i cristiani “normali” hanno un vescovo, noi ne abbiamo due!!! Come dire: andiamo sul sicuro!). Così ci potranno seguire meglio nelle tappe del nostro cammino missionario.
Poi arriva una grossa notizia: l’economo della diocesi ci comunica che è arrivata una informazione su un bonifico, eseguito in Italia, per la costruzione della casa di Bigene (la casa dove andrò ad abitare, quando sarà costruita). Non sono ancora stato a Bigene, la mia futura parrocchia, e già è arrivato questo contributo: rimango senza parole! La diocesi di Bissau dovrebbe preoccuparsi di finanziare questa costruzione, ma comprendiamo bene che è impossibile: non hanno nemmeno il sufficiente per sostenere i sacerdoti africani e il Seminario. Ma sono certo che la casa si farà, altrimenti…. andrò a vivere su un baobab! (e qualcuno ci ha anche creduto!).

1 agosto 2008
14 milioni di italiani sono in viaggio per le vacanze di agosto, ed io inizio la scuola: le stranezze della vita. Avete mai sentito dire che un italiano inizia la scuola in questo giorno???…Ho fatto le mie solenni proteste con P. Domingos, il vicario generale, ma niente da fare: oggi inizia il corso di lingua “crioulo guineense”, la lingua parlata dalla popolazione della GB. Il portoghese è la lingua ufficiale, ma la lingua usata dalla gente è questo crioulo che assomiglia ad un dialetto della lingua dei colonizzatori. Siamo in 26 studenti: buon segno, perché vuol dire un bel numero di nuovi missionari nelle due diocesi della GB. 3 ore tutte le mattine, fino a fine agosto.
Nel pomeriggio mi arriva la patente della GB: in un giorno ottengo un documento così importante, valido per 2 anni su tutto il territorio nazionale. Alcune cose vanno lente, in Africa, altre sono velocissime, come in questo caso.
Accade un piccolo incidente a Padre Giancarlo, ma che poteva essere grave: gli cade addosso il cancello scorrevole del garage. Non si fa niente: gli dico che S. Alfonso (oggi è la memoria) deve averlo protetto. Giusi si prodiga per accompagnarlo ad un controllo in ospedale, dove il vescovo ha già telefonato. È solo una contusione. Intanto io decido di non mettere la macchina in garage! (niente di più facile: non ce l’ho!!!).
Poi, passata la paura, ho la prima conversazione con il vescovo di Bissau: Dom José Câmnate na Bissign. Proprio una bella conversazione, in cui mi sembra che ci comprendiamo molto bene su tutto. Anche il vescovo vive in curia, e prende i pasti con noi: avremo tante occasioni, in questo mese, per continuare le conversazioni su tutta questa realtà immensa che sto scoprendo: l’Africa.

Pe. Ivo Cavraro, Curia Diocesana
Av. 14 de Novembro, apartado 20
1001 Bissau Codex
GUINE'-BISSAU

Email: ivocav@yahoo.it

spedisco questo diario il giorno 2 agosto 2008 via email

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